I lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, in situazione di malattia, possono essere sottoposti a controlli visita fiscale Inps. Questi controlli sono fondamentali per verificare l’effettiva condizione di salute del lavoratore e garantire il corretto funzionamento del sistema previdenziale.

Visita fiscale Inps: cosa succede quando il lavoratore si ammala e differenze tra pubblico e privato

Quando un lavoratore non può presentarsi sul posto di lavoro a causa di malattia, è suo dovere contattare il medico per ottenere la redazione del certificato di malattia. Questo documento deve essere inviato all’Inps in modo da formalizzare l’assenza e avviare le procedure di controllo.

È importante notare che esistono differenze nelle fasce orarie di reperibilità tra il settore pubblico e quello privato. Mentre per il settore privato, la reperibilità è stabilita dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, nel settore pubblico, gli orari sono fissati dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Visita fiscale Inps: probabilità e frequenza dei controlli

Il passaggio della visita fiscale può essere sia richiesto dal datore di lavoro, che assumerà i costi correlati, sia organizzato automaticamente dall’entità preposta, il Polo Unico dell’Inps. La frequenza e la probabilità di tali visite sono monitorate e pubblicate periodicamente attraverso l’Osservatorio sulle visite mediche di controllo, fornendo un quadro dettagliato e aggiornato.

I dati del secondo trimestre 2023 mostrano che la probabilità di ricevere una visita fiscale è relativamente bassa, con solo il 4,84% dei casi di malattia segnalati all’Inps che hanno portato a un controllo. Le probabilità sono significativamente più alte nel settore pubblico (11,1%) rispetto al privato (2,93%).

La frequenza delle visite fiscali può variare in base alla situazione individuale del lavoratore e alla recidività. Le analisi dei dati indicano che le visite sono più frequenti in casi di riduzione della prognosi, anche se questi rappresentano solo l’1,66% del totale.

Come funzionano i controlli fiscali

Il certificato medico, trasmesso elettronicamente dal medico di base, è la chiave per avviare la procedura di controllo da parte del Polo Unico dei Controlli Inps. Quest’ultimo, istituito nel 2018, ha il compito esclusivo di gestire le visite fiscali per i dipendenti dei settori pubblico e privato. Durante il periodo di malattia, possono essere programmate una o più visite di controllo, rispettando sempre gli orari di reperibilità e l’indirizzo indicato nel certificato.

Cosa fare in caso di assenza durante la visita fiscale Inps

Se un lavoratore non è reperibile all’indirizzo indicato durante gli orari di reperibilità, il medico fiscale lascia un avviso. Questo comunica al dipendente l’obbligo di presentarsi in ambulatorio il giorno lavorativo successivo per effettuare la visita. L’assenza viene segnalata all’Inps e, successivamente, al datore di lavoro. Se il lavoratore non si presenta senza fornire una giustificazione entro 10 giorni, sono previste delle sanzioni.

Assenza visita fiscale Inps: sanzioni

Quando un lavoratore è assente durante una visita fiscale, varie sanzioni possono essere applicate. L’assenza a una visita domiciliare implica che il dipendente dovrà presentarsi agli ambulatori Inps in un giorno stabilito e fornire una giustificazione valida per evitare azioni disciplinari.

Diversi livelli di sanzioni possono essere applicati a seconda del numero di assenze. Le sanzioni includono la decurtazione dello stipendio e la perdita dell’indennità di malattia, che possono essere evitate presentando documentazione adeguata entro 15 giorni dalla notifica. Inoltre, potrebbero esserci anche azioni disciplinari, come delineato dalla sentenza 24682/2016 della Corte di Cassazione.

Entrando più nel dettaglio, ecco cosa si rischia:

  • Decurtazione 100% indennità di malattia prevista per i primi 10 giorni di assenza;
  • Riduzione 50% indennità per il restante periodo di malattia;
  • Licenziamento per giusta causa in caso di violazione recidiva.

Esenzioni e casi di assenze giustificate

L’art. 2 del DPCM n. 206/2009 elenca le condizioni che permettono esenzioni dalla reperibilità, come patologie gravi, infortuni sul lavoro e situazioni di invalidità riconosciuta oltre il 67%. Altre assenze possono essere giustificate in casi di visite mediche, necessità farmaceutiche, cure dentistiche urgenti, attività di volontariato e circostanze di forza maggiore.