Il 24 settembre segna un importante traguardo per la missione OSIRIS-REx della NASA: il ritorno sulla Terra dei campioni dell’asteroide Bennu, prelevati nell’anno precedente. Questa missione ha iniziato il suo percorso sette anni fa, e ora una capsula con preziosi campioni è in procinto di atterrare nel deserto dello Utah, a sud-ovest di Salt Lake, nella zona dello Utah Test and Training Range.

Una parte dell’asteroide Bennu arriverà sulla Terra il 24 settembre, il resto nel 2182

Sebbene Bennu passi vicino alla Terra ogni sei anni, gli studi suggeriscono una possibile collisione il 24 settembre 2182. L’impatto potenziale avrebbe una forza distruttiva simile a quella di 22 bombe atomiche, devastando un’area vasta come il Texas.

Tuttavia, è essenziale sottolineare che le probabilità di tale impatto sono relativamente basse. La NASA stima che ci sia una possibilità su 700.000 che un asteroide di dimensioni considerevoli possa colpire la Terra nel prossimo secolo.

Il ruolo di OSIRIS-Rex nell’esplorazione dell’asteroide Bennu

La sonda OSIRIS-REx ha avuto il compito di esplorare Bennu da vicino, orbitando attorno e prelevando campioni di suolo. Questi campioni offrono una preziosa opportunità per gli scienziati di studiare la composizione dell’asteroide e forniscono informazioni vitali sulla sua traiettoria futura.

La navicella spaziale OSIRIS-REx, lanciata con l’obiettivo di studiare Bennu, ha raccolto infatti circa 250 grammi di campioni dalla sua superficie nel 2020. Questi campioni, attualmente in rotta verso il nostro pianeta, potrebbero inoltre offrire preziose informazioni sull’origine e la formazione del sistema solare.

Dopo aver viaggiato per milioni di chilometri nello spazio, la capsula contenente i campioni raccolti da Bennu entrerà nella nostra atmosfera a una velocità di 44.000 km/h, avvolgendosi in una palla di fuoco e plasma. Un avanzato sistema di scudi termici garantirà la protezione dei preziosi campioni durante la discesa. Una volta atterrata, sarà essenziale recuperare rapidamente la capsula per evitare qualsiasi contaminazione.

La difesa terrestre contro gli asteroidi

La minaccia degli asteroidi è reale. Nel 2013, un asteroide di 17 metri ha colpito Chelyabinsk, in Russia, causando danni e ferendo molte persone. Di fronte a questi rischi, la NASA ha messo in atto programmi specifici, come NEOWISE, che monitora gli asteroidi pericolosi, e il Programma di Difesa Planetaria, che sviluppa tecnologie per deviare o distruggere asteroidi minacciosi.

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La previsione del percorso dell’asteroide Bennu

Mentre OSIRIS-REx ha contribuito a raffinare le previsioni sulla traiettoria di Bennu, vi sono variabili come l’effetto Yarkovsky, che potrebbero influenzare il percorso dell’asteroide. Questo effetto si riferisce ai cambiamenti di traiettoria dovuti alle differenze di temperatura tra i lati di un asteroide quando si avvicina al Sole.

Nonostante le basse probabilità di impatto, Bennu resta comunque uno degli asteroidi più pericolosi conosciuti, insieme all’asteroide 1950 DA. Il costante monitoraggio di questi corpi celesti è cruciale per prevenire eventuali scenari catastrofici.

Il valore scientifico di Bennu

Bennu potrebbe essere una vera “capsula del tempo” che ci permette di guardare indietro di 4,5 miliardi di anni. Analizzando i suoi campioni, gli scienziati potrebbero ottenere informazioni fondamentali sulla nascita del nostro sistema solare e sull’origine della vita. Questa missione è quindi di importanza fondamentale, in quanto rappresenta il più grande campione di asteroide mai raccolto e portato sulla Terra.

Sebbene la missione OSIRIS-REx sia unica nel suo genere, non è la prima volta che vengono raccolti campioni da corpi celesti. Il Giappone, ad esempio, ha già conseguito successi simili, riportando sulla Terra frammenti degli asteroidi Itokawa e Ryugu rispettivamente nel 2010 e 2020.

Infatti, gli asteroidi, che sono corpi di dimensioni variabili presenti nel nostro sistema solare, racchiudono in sé i segreti della sua formazione. Bennu, in particolare, potrebbe avere tracce della materia primordiale, rendendolo un soggetto di interesse estremamente alto per la comunità scientifica.