In provincia di Lecce la Guardia di Finanza ha indagato 33 persone e sequestrato beni per un valore di 12 milioni di euro. L’operazione è nata per stroncare una truffa che partiva da un uso irregolare del bonus edilizio. La Procura di Vallo della Lucania ha disposto accertamenti.
La truffa legata al bonus edilizio in provincia di Lecce: le indagini
Responsabile di questa truffa milionaria è stata un’azienda edile di Racale, in provincia di Lecce. Questa aveva emesso una serie di false fatture per lavori mai realizzati o iniziati in diverse città vicino Lecce. I 33 indagati, compreso l’amministratore delegato dell’azienda, vengono da Gallipoli, Nardò, Parabita, Neviano, Taviano, Racale, Lecce, Palmariggi e altre città del Salento.
La Procura di Vallo della Lucania si è attivata dopo alcune segnalazioni riguardo transazioni sospette da parte dell’azienda edile nella seconda metà del 2021. Poco dopo la nascita della società, infatti, partirono lavori edili per 742mila euro pur in assenza di fatture di acquisto di materie prime o di lavoratori. A seguire, l’importo dei lavori eseguiti ammonterebbe a 11 milioni e 280mila euro. Il totale dei crediti ceduti alla società di Racale ammontavano a 12 milioni e 22mila euro relativi al bonus facciate.
Il sistema andava avanti con la complicità di persone non residenti a Racale e voleva ottenere in modo illegale il bonus edilizio per lavori inesistenti. I presunti committenti delle opere infatti avrebbero ricevuto bonifici da parte della società di Racale come donazione pari ai costi di accesso alla pratica di bonus edilizio.
Dopo i controlli sugli immobili oggetto dei lavori fantasma, il procuratore Antonio Pizzi ed il sostituto Antonio Ricci scrivono nel provvedimento di sequestro preventivo:
Tali rilievi evidenziavano un’assoluta assenza di qualsivoglia lavoro di ristrutturazione e in ogni caso una documentazione incongruente con la tempistica di accesso al credito, in alcuni casi sorto in data addirittura anteriore al deposito della Cilas (ossia la comunicazione di inizio lavori asseverata).
La Guardia di Finanza ha scoperto nelle sue indagini che la società edile di Racale non aveva nemmeno un’effettiva sede legale o d’attività di impresa: né a Racale né a Lecce gli uffici segnalati erano effettivamente legati all’impresa. Per questi motivi è stato disposto il sequestro urgente di 12 milioni e 479mila euro posseduti dalla società di Racale e di altri soggetti in forma di beni o carte di credito.
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