Donald Trump ha chiesto ai Repubblicani del Congresso di favorire lo shutdown dei conti Usa, che comporterebbe, secondo il tycoon, lo stop ai suoi processi. Ma, in realtà, i procedimenti contro di lui andrebbero avanti comunque.

Trump chiede ai Repubblicani di favorire lo shutdown per bloccare i suoi processi: “Togliere fondi a persecuzioni politiche”

Come un toro preso per le corna, Donald Trump scalpita in attesa dei processi che lo attendono. L’ex presidente USA, come noto, ritiene i procedimenti ai suoi danni orchestrati dal “corrotto Joe Biden, e non perde occasione di scagliarsi contro la persecuzione di cui ritiene di essere vittima, come quando mostrò la ormai famosissima foto segnaletica dopo l’arresto ad Atlanta.

Una smania che, però, in certi casi può offuscare il giudizio, come accaduto al tycoon nelle ultime ore. Trump ha, infatti, chiesto ai membri del partito Repubblicano che siedono al Congresso di non fare nulla per impedire lo shutdown, in modo che la bancarotta che ne conseguirebbe porterebbe allo stop dei procedimenti a suo carico.

“I Repubblicani del Congresso possono e devono togliere i finanziamenti a tutti quegli aspetti usati come arma politica dal governo del corrotto Joe Biden che si rifiuta di chiudere i confini e tratta metà del Paese come nemici dello Stato. Questa è l’ultima chance di togliere fondi a quelle persecuzioni politiche contro di me e altri Patrioti”.

L’errore di Trump e il suo appello finisce ignorato

La richiesta, formulata sul suo social network Truth, arriva a pochi giorni dal 30 settembre, data entro cui il Congresso dovrà emanare una legge per finanziare i fondi pubblici ed evitare il blocco dei pagamenti federali.

Tuttavia, il post è stato pressoché ignorato dai media americani, e non è stato commentato nemmeno dallo speaker della Camera, Kevin McCarthy.

Il motivo risiede nel fatto che l’ex presidente ha commesso un grave errore di valutazione, perché i suoi processi non sarebbero fermati da un eventuale shutdown del governo.

Come ha sottolineato la NBC, infatti, non sarebbero toccati dal blocco né i processi a New York e in Georgia, né quelli più ‘politici’, sui documenti top secret trasferiti illegalmente alla sua residenza di Mar-a-lago e sul suo ruolo nell’insurrezione a Capitol Hill del 6 gennaio 2020, poiché inerenti vicende più ‘politiche’ sempre tenute escluse dai precedenti shutdown della storia statunitense.