Un report sulla ‘Violenza di genere’ della Polizia criminale rivela un trend terribile per il nostro paese, indicando un aumento dei casi negli ultimi dieci anni pari a circa il +40%.

Report sulla ‘Violenza di genere’ in Italia, prevalenza dei casi nelle regioni del nord

I numeri relativi alle violenze sessuali nel nostro paese sono drammatici. Basta un semplice sguardo alla cronaca quotidiana per rendersene conto, con episodi praticamente all’ordine del giorno.
Solo negli ultimi giorni, sono state segnalate le violenze di un padre alla figlia disabile e minorenne a Napoli, o il caso del netturbino di Roma, che drogava le sue vittime per poi violentarle, o ancora quello dell’insegnante di scuola guida a Milano, che abusava delle sue studentesse.

A certificare questo terribile trend arriva ora il report sulla ‘Violenza di genere’ del Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale. I dati mostrano un aumento scioccante delle violenze negli ultimi dieci anni, passate dai 4488 casi del 2013 ai 6291 del 2022. Un aumento del 40% di cui le vittime designate sono le donne nel 90% dei casi.

Il report indica anche la distribuzione geografica delle violenze sessuali, commesse in tutto il territorio nazionale, con una prevalenza delle regioni del nord, con l’unica esclusione di tre regioni:

  • Valle d’Aosta
  • Molise
  • Basilicata

Un terzo delle vittime sono minorenni

Altro dato particolarmente allarmante è quello riguardante le fasce d’età di vittime e carnefici.

Nel primo caso, infatti, emerge come addirittura un terzo delle vittime complessive sia minorenne, con l’11% di età inferiore ai 13 anni. Sul fronte degli aggressori, la grande maggioranza (78,8%) è composta da adulti che hanno più di 25 anni, mentre il 15,7% vede gli autori di un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Infine, risultano minorenni il 5% degli autori.

Gli autori del report, tuttavia, sottolineano un possibile elemento positivo di questo aumento così evidente dei casi. Il fatto, cioè, che possa esser dovuto anche a un aumento esponenziale delle denunce.

“L’incremento dei dati può, almeno in parte, essere interpretato quale parziale ‘affioramento di un sommerso’, ossia la testimonianza di una aumentata sensibilità verso il fenomeno e quindi di una maggiore propensione alla denuncia da parte delle vittime e dei testimoni”.