Sui crediti del superbonus, una delle misure in arrivo dal governo di Giorgia Meloni è l’apposizione della certificazione da parte dell’Agenzia delle entrate o della Guardia di Finanza per cedere i bonus più facilmente. Tuttavia, dai primi dibattiti emersi in Commissione Finanze del Senato, se da un lato il “bollino” sul superbonus garantirebbe una certa qualità del bonus oggetto di cessione, dall’altro la certificazione non sarebbe sinonimo di certezza di poter incassare l’agevolazione fiscale che sarebbe legata, in ogni caso, alla conclusione dei lavori.
Passaggio, quest’ultimo, che è diventato tutt’altro che scontato date le difficoltà delle imprese nel portare a termine gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico, soprattutto se non dovessero esserci proroghe di tre o sei mesi del 110% sul superbonus condomini nel 2024.
In ogni modo, l’Agenzia delle entrate dovrebbe implementare le funzionalità della propria piattaforma per garantire questa ulteriore certificazione. Ma ciò significherebbe andare incontro a una montagna di documenti e burocrazia, con le dovute conseguenze.
Crediti superbonus, certificazione Agenzia delle entrate in arrivo per cedere più facilmente, ma il bollino non è garanzia del bonus
Sul superbonus 110% per i lavori nelle parti comuni e nelle singole unità abitative dei comuni, molto probabilmente nella legge di Bilancio 2024 non si procederà a una proroga per alcuni mesi del 2024. Tuttavia, nella legge di conversione del decreto “Asset” dovrebbe essere varata un’ulteriore modifica sui bonus edilizi e sulla cessione dei crediti.
Si tratta della certificazione dei crediti d’imposta che spetterebbe all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di finanza sulla qualità dei bonus, ovvero sul non incorrere in situazioni di truffa e di mancata documentazione nel caso in cui si acquistino le agevolazioni edilizi.
Ciò, nelle intenzioni del governo, dovrebbe consentire una maggiore circolazione dei crediti d’imposta, peraltro rimasti incagliati da vari mesi, proprio da quando la normativa sulla regolarità della circolazione dei bonus si è fatta più pressante sugli adempimenti.
Crediti superbonus certificazione, quale garanzia di cessione?
Ad oggi, il provvedimento del bollino sulla qualità dei crediti d’imposta, al fine di farne riprendere le cessioni, è in Commissione del Senato che richiede un’implementazione della piattaforma digitale dell’Agenzia delle entrate per consentire di apporre un bollino ai crediti d’imposta.
Si tratta, dunque, di un chiaro indirizzo nel senso di un controllo preventivo dell’Agenzia delle entrate rispetto alla cessione dei crediti. Se da un punto di vista politico, sussiste una certa convergenza da parte di maggioranza e opposizione verso questa soluzione per sbloccare i crediti, tecnicamente ciò comporterebbe nuova burocrazia e milioni di documenti da scandagliare per certificare i crediti d’imposta.
Quali bonus edilizi necessiterebbero del bollino?
Tanto più che, nelle intenzioni del governo, i crediti da certificare risalirebbero a vecchi lavori di ristrutturazione, risalenti a quasi due anni fa, ovvero al periodo dell’emanazione del decreto legge “Antifrodi” di inizio novembre 2021.
Infine, c’è da registrare che il bollino non eviterebbe il sequestro dei bonus nel caso di eventuali irregolarità e frodi. Sia da questo punto di vista che dal controllo documentale, non è certo che le imprese riescano a portare a termine i lavori in superbonus, unica condizione per poter incassare, effettivamente, il bonus spettante.