Sulla riforma fiscale sono in arrivo alcune misure di contenimento del carico fiscale e di avanzamento verso la flat tax: si va dalla riduzione delle quattro attuali aliquote Irpef a tre, dal taglio del cuneo fiscale per applicare gli sconti contributivi ai lavoratori dipendenti fino al concordato con le partite Iva, anche a regime forfettario, con benefici sui controlli per due anni. 

Sulle misure il governo dovrebbe adottare i decreti attuativi della legge delega approvata ad agosto scorso, il provvedimento che contiene gli strumenti di riforma fiscale. Per i lavoratori sono due, in particolare, le misure sulle quali si attendono novità dal governo. La  prima riguarda la riduzione delle aliquote Irpef con l’aumento dell’odierna primo scaglione e la riduzione del carico fiscale per una fascia di contribuenti. La seconda, invece, è incentrata sulla conferma per il prossimo anno del taglio del cuneo fiscale, la misura che consente di applicare degli sconti sui contributi a carico dei lavoratori alle dipendenze. 

Riforma fiscale: riduzione aliquote Irpef e taglio cuneo fiscale prima della flat tal

È già tempo di nuove misure, da adottare con decreti attuativi alla legge delega approvata nello scorso mese di agosto, alla riforma del Fisco. La misura che dovrebbe riordinare il carico fiscale dei lavoratori è quella della riduzione delle aliquote Irpef dalle attuali quattro a tre. 

Si tratterebbe di portare l’attuale prima aliquota pari al 23 per cento fino al tetto di 28.000 euro di reddito, consentendo quindi un risparmio di tasse per la fascia media. Per questa misura si stima un investimento di quattro miliardi di euro, spesa per la quale non sarà facile trovare le relative risorse. 

Quella della riduzione delle aliquote, in ogni modo, rappresenterebbe un passaggio intermedio in vista dell’obiettivo di fine legislatura del governo di Giorgia Meloni di arrivare a una flat tax come avviene per le partite Iva a regime forfettario. 

Taglio del cuneo fiscale, ultime novità sui bonus contributivi 

Nel 2024 dovrebbe esserci anche la proroga del taglio del cuneo fiscale, la misura di applicazione degli sconti sui contributi di circa 14 milioni di lavoratori alle dipendenze. Le attuali percentuali di bonus contributivi sono del 7% per i redditi fino a 25mila euro all’anno (pari a 1.923 euro lordi al mese) e del 6% per i redditi da 25mila a 35mila euro lordi all’anno (da 1.923 a 2.692 euro lordi al mese). 

Confermare queste percentuali – in vigore sulle buste paga da luglio a dicembre 2023 – avrebbe un costo nella legge di Bilancio 2024 tra i 9 e i 10 miliardi di euro che si aggiungerebbero ai 4 miliardi della riduzione delle aliquote Irpef. Inoltre, il governo è impegnato a trovare ulteriori risorse per far partire (dal 2024), la riduzione del carico fiscale sulla tredicesima mensilità sui redditi da lavoro alle dipendenze e sui cedolini di pensione. 

Riforma fiscale, concordato partite Iva flat tax quale novità del 2024 

Nella riforma dovrebbe rientrare anche il concordato tra il Fisco e le partite Iva, almeno per i lavoratori autonomi con redditi all’anno fino a 5,1 milioni di euro. L’idea, da far partire già nel corso del 2024, consisterebbe nel calcolare il reddito dei lavoratori autonomi grazie alle informazioni già in possesso dell’Agenzia delle entrate, desumibili dai valori storici e stimati da un software. 

I soggetti che entrerebbero nella platea dell’accordo di due anni sono quelli che rientrano nelle pagelle fiscali (Isa) e gli autonomi che hanno obbligo di emettere la fattura elettronica. Dal 1° gennaio 2024 tale obbligo sarà esteso anche alle partite Iva forfettarie. I dati sui redditi da denunciare al fisco arriverebbero da un ammontare di fatture che, nel 2022, è stato pari a 2,2 miliardi di documenti emessi.