Se il governo identifica i Cpr come prima soluzione a contrasto della crisi dei migranti i governatori regionali non la pensano allo stesso modo, a cominciare da Attilio Fontana.

La strategia dell’esecutivo, annunciata nell’ultimo Consiglio dei ministri, consiste nel trattenere i profughi irregolari nei Centri di permanenza per i rimpatri. L’ambizione della premier Giorgia Meloni sarebbe quella di averne uno in ogni regione, più che raddoppiando, quindi, i nove Cpr esistenti in Italia.

Eppure i governatori, sia di centrodestra che di centrosinistra, non sembrano entusiasti all’idea. Il presidente della Regione Lombardia sottolinea come nel suo territorio siano “già al completo”. Anche il collega veneto Luca Zaia mostra delle perplessità: i Cpr “aiutano ma non bastano“, ha dichiarato al Corriere della Sera.

A margine della presentazione del Trittico Regione Lombardia, intanto, Fontana ha spiegato meglio la propria posizione.

Riceviamo un numero di stranieri tra i quali il 70% non ha diritto di rimanere, evidentemente non dovrebbero nemmeno partire. Il numero delle persone accolte in questa regione è superiore a quelli di tutte le altre, con conseguenti difficoltà a livello sociale e di gestione: ascolteremo le richieste ma ora siamo già al completo.

Cpr Migranti in Lombardia e Veneto, Zaia fa eco a Fontana: “Come cercare di svuotare il mare con un secchio”

Sul tema c’è da registrare anche la netta presa di posizione del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

In questo momento di Cpr non se ne parla assolutamente.

Più morbido Luca Zaia, che però non risparmia una certa titubanza nei confronti del governo: a suo dire i Cpr “non risolveranno il problema”.

Se è vero come sembra che quest’anno gli arrivi saranno 200mila significa che alla fine dell’anno avremo 140mila persone da rimpatriare.

Numeri spaventosamente superiori a quelli di quest’anno: nel 2023, ricorda Zaia, i rimpatri forzati sono stati 2.270. Nel 2022, invece, sono stati 3.200. La verità, sottolinea, “è che non siamo in grado di fare rimpatri significativi”.

È come cercare di svuotare il mare con un secchio.