Christian Greco, il direttore del Museo Egizio di Torino, è finito nel mirino dopo un’iniziativa lanciata a favore degli Arabi e a discapito, così avrebbero affermato la Lega e Meloni, degli italiani. Da giorni non si parla d’altro, scopriamo cosa sta succedendo e alcuni dettagli in più sulla vita pubblica e privata del diretto interessato che rischia di non rinnovare il contratto.

Christian Greco, chi è il direttore del Museo Egizio: età e vita privata

Christian Greco è nato il 15 aprile 1975 ad Arzignano. Ha, quindi, 47 anni. Da anni è il direttore del Museo Egizio di Torino e da sempre appassionato di arte. Ha conseguito la laurea in Archeologia Classica presso l’Università di Roma La Sapienza per poi proseguire con il dottorato di ricerca in Egittologia presso l’Università di Pisa.

Nonostante il lavoro per lui sia una priorità non ha mai messo da parte la famiglia. Sua moglie Laura è una storica dell’arte con la quale ha avuto due figli. Christian è una persona molto riservata tanto da non avere mai avuto un profilo social. Preferisce trascorrere il tempo leggendo e studiando, tenendosi sempre aggiornato, supportato e sostenuto dai suoi cari, indispensabili nella riuscita del suo percorso professionale.

Quanto guadagna il direttore del Museo Egizio?

Il direttore del Museo Egizio, Christian Greco, guadagna 120mila euro all’anno. Si tratta di uno stipendio che rimanda al grado di responsabilità del ruolo che ricopre e dell’esperienza accumulata nel corso degli anni sul campo. Da tempo, infatti, gestisce i musei ed è un professionista del mondo dell’archeologia.

Perché la Lega e Meloni vogliono cacciare Christian Greco

Christian Greco è finito nel mirino dopo la sua iniziativa risalente al 2017. Anche se sono passati molti anni da allora, la questione sarebbe uscita allo scoperto adesso che si sta discutendo sul rinnovo del suo contratto che sta per scadere. Infatti, la politica si trova divisa in due parti, da un lato la Sinistra vuole che rinnovare l’accordo, la Lega e Fratelli d’Italia sono contrari.

Andrea Crippa, vicesegretario della Lega ad Affaritaliani.it ha affermato:

Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani. Si dimetta subito, farebbe più bella figura.

La Lega, infatti, fa riferimento all’iniziativa Beato chi parla arabo del 2017 quando vennero pubblicate le locandine in lingua araba, che si rifaceva solo ed esclusivamente ai cittadini stranieri a cui veniva offerto un un ingresso omaggio al museo Egizio dietro l’acquisto di un altro ticket. Un 2×1.

All’epoca la sua iniziativa non passò inosservato ma il direttore la giustificò come un mezzo per condividere il ricco patrimonio del museo con le tante persone del Paese d’origine di tale ricchezza.

Augusta Montaruli la reputò un’azione “assurda, ingiustificabile e discriminatoria” nei confronti degli italiani e di chi non fosse arabo. Non sono mancati commenti da parte di Giorgia Meloni e Matteo Salvini ai quali il diretto interessato rispose:

Per noi è un’operazione di marketing culturale, non certo politica e ci spiace se il nostro scopo non sia stato capito e che possa venir strumentalizzato.

Oggi che il rinnovo del contratto è in dubbio, il direttore ha riferito:

Mi valutino con criteri oggettivi. Sono qui da nove anni, puntiamo a un milione di ingressi, stiamo lavorando al bicentenario. Mi lasciano basito gli attacchi della politica.

La questione è aperta ma sono tanti a ritenere che il suo lavoro in questi anni sia stato fondamentale per esaltare il Museo Egizio di Torino che ogni giorno accoglie migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, diventando una delle istituzioni più prestigiose nel mondo dell’archeologia. Presto seguiranno aggiornamenti.