Arriva alla Camera la proposta di legge della Lega per introdurre l’obbligo di esposizione del crocifisso nelle scuole di ogni ordine e grado e negli uffici della Pubblica amministrazione. La proposta, presentata dai deputati Simona Bordonali e Igor Iezzi muove, nelle intenzioni dei relatori, dalla necessità di assicurare la protezione dei «simboli e dei valori fondanti della nostra comunità».

Il provvedimento, tuttavia, fa già discutere: il tema dell’esposizione dei crocifissi – in particolare nelle scuole – è stato oggetto negli ultimi anni di vivaci polemiche tra sostenitori e detrattori. Se i primi si appellano all’importanza di valorizzare quello che è ritenuto un simbolo della cultura italiana, altri si appellano alla laicità dello Stato e alla necessità di rispettare coloro che non si riconoscono nell’iconografia cristiana.

Crocifisso obbligatorio nelle scuole, Bordonali: “La proposta di legge non offende nessuno, anzi tutela la nostra identità di popolo”

La proposta di legge per rendere il crocifisso obbligatorio non interviene solo le scuole di ogni ordine e grado e la Pubblica amministrazione.

Come si legge nel testo presentato dai deputati leghisti Bordonali e Iezzi, infatti, il provvedimento prevede l’esposizione del crocifisso anche nelle università, nelle accademie del sistema pubblico integrato, negli uffici giudiziari e in quelli degli enti territoriali, nelle carceri, negli ospedali, negli aeroporti e nelle stazioni e autostazioni. Senza dimenticare, infine, i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane, gli uffici pubblici dell’Italia all’estero e le sedi diplomatiche e consolari italiane. Il rispetto della legge, se approvata, sarà garantito dall’erogazione di multe che vanno dai 500 ai 1000 euro.

La proposta presentata qualche giorno fa dai deputati della Lega ha così riaperto un dibattito esistente da anni: basti pensare, ad esempio, alla polemica apertasi qualche mese fa circa la rimozione o il mantenimento delle croci esistenti sulle vette delle nostre montagne.

Per approfondire questa proposta di legge TAG24 ha intervistato la sua promotrice, la deputata della Lega Simona Bordonali.

Onorevole Bordonali, perché una legge per rendere l’esposizione del crocifisso obbligatoria?

«La proposta muove da tutte le polemiche che, con cadenza abbastanza puntuale, si ripropongono circa l’esposizione del crocifisso. Anche recentemente abbiamo visto insegnanti levare i crocifissi dalle aule e sempre più frequenti episodi di vilipendio ai danni di questo simbolo.

Per tale ragione abbiamo ritenuto di definire una volta per tutte, con una norma chiara, questo campo. Voglio ricordare che esistono ancora dei regi decreti, risalenti al 1924 e al 1928, che regolano l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Questi decreti, pur non essendo mai abrogati, sono puntualmente disattesi.

L’obiettivo di questa proposta è fare chiarezza rispetto all’assetto della nostra cultura e della nostra tradizione, nel pieno rispetto della laicità dello Stato. Il crocifisso non è solo un simbolo religioso, è un simbolo della nostra cultura. Chi è credente può trovare conforto nella presenza del crocifisso; per chi non crede rimane un simbolo di pace che racconta la nostra storia. Non comprendo dunque l’esistenza di polemiche.

Crocifisso nelle scuole, sentenza della Cassazione del 2021

Una sentenza della Cassazione del 2021 ha stabilito che l’esposizione del crocifisso non è discriminatoria e neanche obbligatoria. La proposta da voi presentata fa dunque un salto in avanti, proponendo l’obbligo?

«Questa sentenza dice che il crocifisso non può essere imposto proprio perché ad oggi nessuna normativa ne prevede l’obbligo. È proprio questo l’obiettivo: colmare un vuoto legislativo e chiarire una volta per tutte il tema. Anche la Corte costituzionale, peraltro, ha detto chiaramente che il crocifisso non è un simbolo che mortifica, ma un qualcosa che appartiene alla nostra cultura».

Molte persone tuttavia vivono male la presenza del crocifisso e non ne tollerano l’imposizione. Come pacificare la società in questo senso?

«Ci tengo a ribadire che il significato del crocifisso va al di là della connotazione religiosa. Mi sono confrontata con tante persone che non credono ma concordano sul ritenerlo un simbolo positivo.

Il crocifisso rappresenta la nostra storia, la cultura condivisa da un intero popolo. Per molte famiglie è un simbolo importante, è un collante della nostra comunità. Se iniziamo a cancellare i simboli che fanno parte della nostra cultura e della nostra storia il rischio è non avere più un’identità come popolo».

Spostandoci dal simbolo al messaggio, quali valori siano sotto attacco?

«Sicuramente il valore della tutela della famiglia, così come la cultura dei nostri ragazzi. Nella nostra società ci sono tante problematiche legate a una richiesta di libertà che però va in contrasto con le libertà generali. Come è noto, la libertà finisce nel momento in cui si lede la libertà altrui».

Sul suo profilo Facebook ha annunciato la presentazione della proposta di legge anticipando le possibili critiche sul carattere non prioritario di questa misura e invitando a consultare la sua attività legislativa. Tra le sue iniziative legislative spicca, ad esempio, la proposta di legge sull’omicidio nautico.

«La legge sull’ omicidio nautico è stata definitivamente approvata ieri alla Camera. Si tratta di un risultato importante. Questa norma si è resa necessaria all’indomani della morte di Greta e Umberto, due ragazzi bresciani travolti da un motoscafo guidato da due tedeschi in stato di ebbrezza.

Spesso le persone, specialmente sui social, si limitano a criticare il messaggio del momento senza approfondire. La proposta sull’obbligo del crocifisso è solo una delle leggi che ho presentato tra la scorsa e la presente legislatura: penso alla riforma della polizia locale, attesa da trent’anni, a cui sto lavorando con il ministero. O, ancora, alla proposta di norma per l’autosufficienza regionale per lo smaltimento dei rifiuti.

La mia attività di parlamentare è a 360°, non si limita a questa proposta di legge. Tra l’altro, nella mia attività politica, ho sempre difeso il crocifisso: quando ero presidente del consiglio comunale di Brescia ne portai nell’aula consiliare uno bellissimo, ancora oggi presente.

Ribadisco: il crocifisso è un simbolo positivo, per credenti e non: non è sicuramente la sua presenza a scatenare odio o ad offendere».