Nel panorama fiscale italiano sta per prendere il via una significativa novità: il concordato preventivo biennale. Previsto per il biennio 2024-2025, questa iniziativa verrà attivata a partire dal 1° gennaio 2024 e riguarda le partite IVA. L’annuncio ufficiale è stato dato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Andiamo a vedere le principali novità nel dettaglio.

Concordato preventivo biennale dal 2024: l’annuncio

La concretizzazione del concordato preventivo biennale è stata quindi annunciata dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante una recente apparizione sul programma Telefisco, sponsorizzato dal Sole 24 Ore. Il Viceministro ha delineato le fondamenta di questa iniziativa, sottolineando che non rappresenta né uno sconto né un condono, ma piuttosto un nuovo approccio collaborativo tra il Fisco e le aziende.

Concordato preventivo biennale dal 2024: come funziona

L’Agenzia delle Entrate, avvalendosi delle banche dati dettagliate in suo possesso, elaborerà una proposta mirata per ciascun titolare di Partita IVA. Attraverso un’analisi “millimetrica” delle informazioni, come descritto dal Viceministro Leo, l’ente sarà in grado di determinare esattamente quanto un contribuente dovrebbe pagare in termini di imposta sui redditi.

Il bello di questo sistema? Se nel corso del secondo anno del biennio, il titolare di Partita IVA dovesse registrare un reddito extra, questo non subirà alcuna imposizione fiscale.

Caratteristiche principali del concordato preventivo biennale

Basandosi sugli strumenti digitali di cui dispone, il Fisco intende utilizzare le informazioni rilevanti sulle attività delle PMI per formulare un’offerta fiscale personalizzata. Questa offerta calcolerà il reddito presunto e, di conseguenza, stabilirà una base imponibile adeguata.

Dopo un confronto diretto, ci si aspetta che il contribuente risponda alla proposta dell’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è definire con precisione la base imponibile per le imposte sui redditi e l’IRAP per i successivi due anni.

Quali sono le prospettive?

Questa novità fa parte di una serie di misure introdotte per semplificare e migliorare il sistema fiscale. Nel dettaglio, il governo ha in mente di estendere ulteriormente il suo raggio d’azione. L’idea è di ridurre gradualmente la soglia di applicazione, iniziando da 1 miliardo, per scendere a 750 milioni e infine raggiungere 100 milioni. Si prevede anche l’introduzione di un “tax control framework“, con l’intervento dei professionisti del settore che potranno confermare la correttezza delle dichiarazioni.

Concordato preventivo biennale: vantaggi e benefici per le imprese

La finalità del concordato preventivo biennale è duplice:

  • Semplificazione procedurale: riduzione dei tempi di verifica e accertamento, con la possibilità di evitare sanzioni in caso di dichiarazioni inesatte.
  • Beneficio fiscale: le piccole imprese e i titolari di Partita IVA che aderiscono alla proposta beneficiano di un periodo di “tranquillità fiscale”, con l’assicurazione che eventuali redditi extra non saranno soggetti a tassazione.

Come influisce sulla riforma degli ISA?

Come influisce sulla Riforma degli ISA?

Con questa misura, si stima che circa 2,5 milioni di Partite IVA potrebbero beneficiare direttamente della riforma, inserendosi in un quadro più ampio di interventi volti a incentivare la compliance fiscale.

Questo meccanismo innovativo mira a coinvolgere oltre 6.000 aziende, introducendo una revisione dell’attuale sistema delle valutazioni fiscali basato sugli ISA.

Gli strumenti principali per ottenere queste informazioni saranno la fatturazione elettronica e gli scontrini telematici. Si prevede anche una collaborazione tra Sogei e Sose, con un tocco di Intelligenza Artificiale, per affinare ulteriormente la raccolta e l’analisi dei dati.

Cosa possono fare le PMI e le partite IVA

Le PMI e i titolari di Partita IVA avranno la libertà di accogliere o declinare l’offerta. Tuttavia, coloro che optano per il rifiuto potrebbero trovarsi sotto maggiore scrutinio e potrebbero perdere determinati benefici. D’altra parte, accettando l’offerta, non ci saranno modifiche alla base imponibile concordata per due anni, garantendo stabilità fiscale.

Cosa succede dopo l’adesione al Concordato

Coloro che decidono di aderire avranno chiarezza sulle loro obbligazioni fiscali per il 2024 e il 2025. Anche se ci sono fluttuazioni nel reddito durante questo periodo, non influenzeranno l’importo delle imposte dovute. Tuttavia, sarà fondamentale mantenere tutti gli obblighi contabili e dichiarativi.

La Riforma Fiscale stabilisce chiaramente le aspettative per le Partite IVA che aderiscono al concordato biennale. Questi includono:

  • L’adozione e il rispetto della proposta dell’Agenzia delle Entrate.
  • Eventuali variazioni di reddito durante il periodo biennale non influenzeranno le imposte sui redditi e l’IRAP.
  • L’IVA sarà applicata come al solito, rispettando tutte le regole di trasmissione telematica e di fatturazione.

Quando può decadere il concordato

Va notato che se un titolare di Partita IVA, in un controllo successivo, viene scoperto a non aver correttamente documentato i propri guadagni o ha commesso violazioni fiscali gravi, l’accordo potrebbe decadere. Pertanto, è essenziale rimanere trasparenti e accurati nella contabilità e nella documentazione.