La Champions League mister Delio Rossi l’ha vissuta. Quel 3 ottobre del 2007 sulla panchina della Lazio se lo ricorda perfettamente, giocò alla pari contro un Real Madrid che quella sera soffrì e non poco. Alla fine il risultato fu 2-2, ma lì nessuna idea di portare avanti l’allora portiere Marco Ballotta alla ricerca del gol del miracolo alla Provedel: “Avrei potuto farlo, con Peruzzi un pò meno, ma Marco coi piedi era proprio bravo“. Adesso è una Champions diversa, dai ritmi forsennati, dove Napoli, Lazio, Inter e MIlan sono riuscite a tornare in casa indenne senza perdere punti per strada. E in esclusiva a Tag24.it, mister Delio Rossi ha analizzato questa due giorni di coppa.

Mister, il Napoli vince contro il Braga ma continuano ad esserci tante polemiche verso Rudi Garcia, colpevole di non aver dato ancora un’identità alla squadra. Lei che idea si è fatto?

“Io mi ricordo l’anno scorso quando avevano venduto Koulibaly e Insigne per poi prendere due sconosciuti come Kvartskhelia e Kim. Ci furono polemiche, ma il campo ha sovvertito i giudizi. L’anno scorso non si partiva con le aspettative alte, mentre ora che il Napoli parte con i favori del pronostico le cose sono diverse. Ma l’errore di fondo è questo, non si possono fare paragoni, è ancora presto per i giudizi. Se devo analizzare adesso il Napoli vedo alcuni elementi che sono fuori condizione tipo Kvara, oppure Anguissa che l’anno scorso facevano la differenza. C’è anche il discorso che dietro non hanno sostituito Kim, sapevano che c’erano richieste quindi si sarebbero dovuti muovere subito. Ma bisogna dare tempo a Garcia”.

C’è chi lo accusa di voler mettere da parte il lavoro di Spalletti..

“Questo non lo so. Posso dire che spesso sono subentrato a squadre che prima avevano fatto bene e ho sempre cercato di mantenere le cose migliori per poi aggiungere gradualmente qualcosa di mio. Si stravolge quando le cose vanno male, ma il Napoli ha vinto lo scudetto. Il fatto di arrivare e cambiare tutto non giova, però bisogna capire anche com’è la situazione all’interno dello spogliatoio, non possiamo giudicare più di tanto”

L’Inter invece ha fatto molta fatica contro la Real Sociedad

“Quello che si è evidenziato è che c’è diversità di ritmo tra Serie A e Champions. L’Inter è andata in difficoltà sul ritmo dei baschi. Come squadra i nerazzurri sono più forti della Sociedad, ma finche ha tenuto i ritmi alti ha messo in difficoltà la squadra di Inzaghi, che ha tirato fuori la sua qualità quando gli avversari hanno abbassato i ritmi. Quando parliamo proprio di ritmo negli altri anni la squadra che più si è adattata a questo concetto è stata l’Atalanta”.

E poi c’è stato il pareggio della Lazio contro l’Atletico Madrid..

”E’ stata una partita difficile, anche perché l’Atletico è molto rognoso da affrontare. Per la Lazio è importante aver iniziato con la più forte del girone e aver fatto un punto, non è normale che lo abbia fatto con un gol al 95’ del portiere (ride) ma ben venga”

Immobile è apparso sottotono, che ne pensa?

“E’ chiaro che i giocatori non sono eterni. Immobile penso che sarebbe stata un anomalia se avesse ancora continuato con lo stesso ritmo degli anni passati. Questa è una cosa che la società doveva valutare, bisognava premunirsi mettendo in preventivo un possibile calo. Ma a parte questo, la Lazio non può fare a meno di Ciro, può essere aiutato o sostituito in alcuni casi, ma rimane sempre il grande bomber qual è. La squadra e la società devono aiutarlo a ritrovarsi.

Più chance per Castellanos dunque?

Il turnover per forza di cose lo applichi quando giochi ogni tre giorni, devi avere una rosa di 22 giocatori. E’ giusto far tirare il fiato a Immobile, così Castellanos potrà cercare di mostrare le proprie qualità”.

Cosa pensa delle numerose critiche a Leao dopo lo 0-0 del Milan contro il Newcastle?

“Per dare giudizio ad un giocatore dovrei allenarlo. Lui ha sicuramente tanta qualità, ma se non riesce a dare continuità a livello di prestazione mi faccio la domanda del perchè di questa cosa. Il Milan non può prescindere da Leao, e l’allenatore deve trovare la giusta chiave da questo punto di vista. A volte mi da quella sensazione come se facesse un piacere a giocare, ma quello è il suo carattere, devi dunque trovare la giusta via per portarlo dalla tua parte, così come il giocatore deve fare un passo verso la squadra. Anche perché qual è la soluzione, che lo si lasci in panchina? Assolutamente no. Basta trovare la chiave giusta. Ma da fuori è facile parlare”.