È stata approvata ieri dalla Camera dei Deputati la legge che introduce nell’ordinamento del nostro Paese il reato di omicidio nautico, per punire chiunque – guidando un’imbarcazione in modo contrario alle norme – provochi, per colpa, la morte di qualcuno. Una legge a lungo auspicata, che porterà simbolicamente il nome di Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, i due giovani fidanzati di 36 e 25 anni travolti e uccisi da un motoscafo sul lago di Garda nell’estate del 2021.

L’omicidio nautico è legge, la reazione dei genitori di Greta Nedrotti, travolta e uccisa da un motoscafo insieme a Umberto Garzarella

I genitori di Umberto, arrivati a Roma apposta per l’occasione, hanno assistito all’approvazione della legge in presenza. Quelli di Greta Nedrotti, assenti, hanno commentato oggi la notizia attraverso un comunicato affidato alle pagine del Corriere della Sera.

Purtroppo resta sempre una ‘festa a denti stretti’ perché, grazie ai molti, troppi, ritardi nell’approvazione della legge, proposta sin dal 2019, ad esempio gli omicidi della nostra unica figlia Greta e di Umberto hanno potuto beneficiare di una pena irrisoria e inadeguata alla gravità del fatto solo perché hanno ucciso sull’acqua e non sulla strada – scrivono -. Troppi lutti, troppo dolore, troppe lacrime, troppi incidenti sono restati impuniti perché sanzionati con pene lievi […]. A noi hanno ucciso la nostra unica figlia e hanno inflitto la massima pena con condanna a vita.

L’entrata in vigore della legge non può che essere, per loro, un conforto minimo. Ciò che si augurano è che possa almeno servire ad altre persone e che aiuti ad evitare che tragedie come quella che ha coinvolto la loro famiglia e la famiglia di Umberto si ripetano ancora.

Siamo convinti che portando i nomi di Greta e Umberto, evocando, a monito, la grave tragedia accaduta, potrà forse rendere più agevole e naturale il rispetto della legge da parte di tutti,

concludono.

La tragedia di Umberto e Greta sul lago di Garda

Nell’estate del 2021 Umberto e Greta avevano rispettivamente 36 e 25 anni. Erano morti mentre si trovavano a bordo di un gozzo preso a noleggio dopo essere stati travolti da un motoscafo che viaggiava ben oltre i limiti di velocità previsti. Sul mezzo c’erano due turisti tedeschi, Patrick Kassen e Cristian Teismann, entrambi ubriachi. La Corte d’Assise del tribunale di Brescia li ha condannati a quattro anni e sei mesi e due anni e sei mesi di carcere. Pene che, con il neo introdotto reato di omicidio nautico, sarebbero state più severe.

La vicenda della ragazza dispersa nel lago d’Iseo

Di recente la storia dei due ragazzi era tornata alla mente di molti con la scomparsa di Chiara Lindl, la turista di 20 anni originaria di Monaco di Baviera caduta nelle acque del lago d’Iseo mentre si trovava in barca con la sorella e sei amici e mai riemersa. L’ipotesi è che, a causa di una manovra azzardata da parte della 23enne che si trovava al timone del mezzo – risultata positiva all’alcol test e iscritta nel registro degli indagati -, abbia battuto la testa, ferendosi mortalmente.

Nonostante le ricerche di sommozzatori e vigili del fuoco, di lei non si hanno ancora tracce. E resta da chiarire il ruolo delle altre persone presenti: tutte giovanissime e tutte, secondo i testimoni, completamente ubriache. Secondo quanto ricostruito finora, avrebbero dato l’allarme solo una volta rientrate nel campeggio di cui erano ospiti, dopo l’incidente, mentre erano ancora confuse e barcollanti. Se l’avessero fatto subito forse la ragazza sarebbe stata trovata.

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