Blitz dei carabinieri all’interno del rifugio Cuori liberi di Sairano, una piccola frazione di Zinasco, in provincia di Pavia.
I santuari o rifugi animali nascono come luoghi di liberazione, dove specie diverse possono salvarsi dalle più disparate situazioni di sfruttamento.
All’interno dei rifugi, gli animali non sono più numeri e non sono più destinati alla produzione alimentare. Qui infatti gli animali si registrano con dei microchip che evita loro la macellazione, tornando così ad essere liberi.
Da più di 10 giorni però a Zinasco diversi animalisti hanno protestato per evitare che fosse messa in atto l’ordinanza di abbattimento dei maiali ospiti.
Tutto nasce dal fatto che in questo santuario si è sviluppato un focolaio di peste suina africana che ha portato alla morte diversi maiali. Per evitare la diffusione della malattia, è infatti stato disposto l’abbattimento anche dei capi non infetti. I maiali sono stati così prelevati dalla struttura e poco dopo, come dichiarato dai veterinari dell’Ats, abbattuti e gettati in un camion, come rifiuti speciali da smaltire.
Rifugio Cuori Liberi Zinasco: il blitz delle forze dell’ordine
Durante le prime ore di ieri dal rifugio era arrivato un nuovo appello per invitare chiunque potesse a raggiungere il presidio ed evitare l’abbattimento degli animali.
I carabinieri e i poliziotti sono però arrivati in tenuta anti-sommossa, la stessa portavoce della Rete dei Santuari ha comunicato che:
“Gli attivisti sono stati portati via di peso molti sono stati malmenati, alcuni sono stati fatti salire sulle camionette della celere e portati via senza rispettare i protocolli di sicurezza e sanificazione”.
Al momento del blitz sono inoltre nati dei tafferugli con alcuni degli attivisti che tentavano di resistere ai militari e agli agenti mentre tra slogan e proteste elencavano i nomi dei maialini da salvare.
Sulla vicenda è intervenuta anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che ha dichiarato:
“I dieci animali, se tenuti in vita, sarebbero stati il simbolo del riscatto del lato umano che dovrebbe guidare leggi, regolamenti, ordinanze. Invece sono entrati ignorando le richieste degli attivisti e delle associazioni per la tutela degli animali. In definitiva, di fronte a dieci animali perfettamente isolati, non destinati alla filiera alimentare, alcuni sani, altri portatori sani di Psa, si è preferito trattarli, come sempre, come oggetti, merce”.
Gli attivisti di Cuori Liberi hanno fatto sapere che:
“Nonostante oggi siamo stati sconfitti, continueremo a lottare per difendere i rifugi e l’idea che essi rappresentano: un’alternativa di convivenza rispetto a un sistema che uccide per profitto”.
La Rete dei Rifugi e le varie associazioni animaliste richiedono infatti da tempo una legge in grado di riconoscere e difendere i rifugi per animali in Italia.
Abbattuti 34 mila maiali contagiati da Peste Suina Africana
L’Oipa ci tiene a sottolineare che nella sola provincia di Pavia, dove si trova il santuario ad oggi sono stati abbattuti circa 34mila maiali.
“Queste le dimensioni più generali di un’ecatombe dettata dall’esistenza di allevamenti, intensivi e non, di animali considerati come mera fonte di reddito. Una volta di più si conferma come la vera scelta a monte in grado di scongiurare tali disastri sia quella di non alimentarsi più di esseri senzienti”.
La disposizione dell’abbattimento di questi animali arriva dal loro contagio con la peste suina africana ovvero una malattia infettiva di natura virale estremamente contagiosa che colpisce maiali e cinghiali. Al momento per questo virus non sono ancora disponibili delle terapie specifiche in grado di trattarla.
Questa malattia è caratterizzata da un’alta contagiosità e quindi un’elevata mortalità tra animali. Quando un esemplare risulta contagiato da PSA, tutti gli animali a stretto contatto sono purtroppo destinati a morire nell’arco di pochi giorni e in modalità diverse.
Per mettere in salvo la produzione dei derivati animali, le attività e gli allevamenti di maiali anche gli esemplari non contagiati sono destinati all’abbattimento.
La Lombardia rappresenta proprio la principale regione produttrice nazionale di carni suine e da sola il 50% del comparto nazionale. Molti allevamenti si trovano proprio nella zona di Pavia, Cremona e Mantova.