Buoni Fruttiferi Postali e ISEE: una domanda semplice, se non fosse per la pluralità delle difficoltà a esse correlate. È importante sapere che la certificazione della Situazione Economica Equivalente (ISEE) viene presentata all’inizio dell’anno e può essere aggiornata nel corso dello stesso, se subentrano delle modifiche alla condizione reddituale.
La variazione dell’ISEE può portare alla riduzione o alla perdita di un beneficio economico (bonus e incentivi). Se, invece, sono stati omessi valori relativi a uno o più rapporti finanziari (ovvero redditi risultanti da certificazioni fiscali), è necessario presentare una nuova DSU o richiedere la rettifica della DSU precedente con i dati omessi. Vediamo insieme se i Buoni Fruttiferi Postali vanno dichiarati nell’ISEE.
Buoni Fruttiferi Postali e ISEE
La variazione nell’accesso agli ammortizzatori sociali e le scadenze della dichiarazione dei redditi hanno creato molta confusione nelle famiglie. Molti temono di dover rettificare la propria posizione inserendo i Buoni Fruttiferi Postali nella Situazione Economica Equivalente (ISEE), mentre altri hanno dedotto che devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi.
Il dubbio che genera confusione riguarda la tassazione alla fonte dei Buoni Fruttiferi Postali, per cui si presume che non debbano essere inclusi nella dichiarazione. D’altra parte, le continue variazioni in materia fiscale hanno contribuito ad aumentare la confusione. Infatti, nelle ultime settimane, abbiamo ricevuto molte domande che sollevano il problema dei Buoni Fruttiferi Postali nella Situazione Economica Equivalente (ISEE).
I Buoni Fruttiferi Postali vanno dichiarati nell’ISEE o nel 730?
Chiariamo sin da subito che i Buoni Fruttiferi Postali vanno dichiarati nella Situazione Economica Equivalente (ISEE). Nel modello 730, non vanno inseriti, perché sono già tassati alla fonte. È importante ricordare che sugli interessi maturati viene applicata l’imposta di bollo.
Secondo quanto disposto dal D. Lgs. 239/1996 e successive modifiche, viene applicata un’imposta sostitutiva nella misura del 12,50%. Queste condizioni non si applicano ai beneficiari non residenti in Italia.
I Buoni Fruttiferi Postali con un rimborso di oltre 5.000 euro sono esenti dall’imposta di bollo.
ISEE errato: cosa si rischia?
Un ISEE errato può produrre la perdita del beneficio economico, l’eventuale richiesta di restituzione delle somme percepite indebitamente e l’applicazione di sanzioni che possono oscillare da un minimo di 5.164 euro fino a una soglia massima di 25.822 euro. In ogni caso, la sanzione non può superare il triplo dell’aiuto economico ricevuto in base alla certificazione ISEE errata.
Inoltre, per omissioni gravi che comportano un beneficio superiore a 3.999,96 euro, si possono applicare sanzioni penali con la possibilità di reclusione, che va dai sei mesi ai tre anni.
Buoni Fruttiferi Postali per minori vanno dichiarati nell’ISEE?
Sì, assolutamente. I BFP intestati ai minori vanno dichiarati nella Situazione Economica Equivalente (ISEE), poiché rappresentano un patrimonio che deve essere indicato nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). L’omessa dichiarazione può comportare la perdita del beneficio e l’applicazione di sanzioni.
L’ISEE fotografa la situazione finanziaria di una famiglia e influenza l’accesso agli ammortizzatori sociali. È importante tenere presente che nella dichiarazione dei redditi con il modello 730, i Buoni Fruttiferi Postali non devono essere inseriti, quindi non vanno dichiarati, in quanto già tassati alla fonte. Inoltre, sugli interessi maturati sui Buoni Fruttiferi Postali viene applicata l’imposta di bollo in base alle regole imposte dalla normativa vigente.
In conclusione, i BFP sia intestati a minori che ad adulti, vanno sempre dichiarati nella certificazione ISEE. Lo stesso discorso si applica ai Buoni Fruttiferi Postali cointestati. In questo caso, dovrà essere indicata nella Dichiarazione Sostitutiva Unica solo la percentuale della quota cointestata, ad esempio, con due intestatari la quota viene divisa al 50%, mentre con tre intestatari la quota viene suddivisa per 3 e così via.