Nuove ipotesi per la pensione anticipata a 64 anni per coloro che rientrano integralmente nel sistema contributivo. L’opportunità di andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi è un modello previdenziale attivo condizionato da diversi requisiti. Il problema è che questa opportunità interessa pochi individui e la nuova proposta, lanciata per i più giovani, mette in discussione il sistema previdenziale esistente. In questa situazione, emerge la scelta tra la pensione anticipata e i fondi complementari. A prima vista, potrebbe sembrare quasi una sorta di baratto, ma sarà davvero così? Analizziamo attentamente le caratteristiche della pensione anticipata abbinata ai fondi complementari.
Pensione 64 anni – sistema contributivo
Il sistema previdenziale potrebbe migliorare grazie all’introduzione di misure flessibili per il ritiro dal lavoro. Tuttavia, il vero punto di discussione riguarda il futuro delle pensioni in Italia, che comporta compromessi derivanti dalla legge Fornero e dalla riforma Dini. Questo è il motivo per cui si sta discutendo la possibilità di consentire l’uscita a 64 anni per coloro che sono nel sistema contributivo.
È anche vero che le risorse finanziarie limitate non permetteranno ampi margini di manovra, causando delusione tra i lavoratori. Nel corso dei mesi, settimane e giorni sono state avanzate molte promesse riguardo all’accesso alla pensione anticipata.
Si va dal rinnovo della Quota 103 all’introduzione della pensione part-time per agevolare il passaggio generazionale, previsto per il 2024. L’incertezza aumenta per quanto riguarda la pensione delle lavoratrici, con poche certezze, molta confusione e alcuni ostacoli che non lasciano presagire nulla di buono per il ripristino dei requisiti dell’Opzione Donna. La verità è che l’intervento avrebbe dovuto essere attuato molto prima, e a questo punto le alternative stanno portando all’anticipazione pensionistica, nota come indennità che accompagna alla pensione.
Assistiamo a varie proposte previdenziali che si sovrappongono costantemente tra loro. Tra queste spunta un’opzione quasi certa che riguarda la possibilità di andare in pensione con la somma tra il trattamento e la rendita dei fondi complementari. Si tratta di un’alternativa previdenziale emersa in seguito alle discussioni sul tavolo delle pensioni. Esaminiamo come potrebbe funzionare l’accesso alla pensione per coloro che hanno meno di 35 anni.
Pensioni under 35 dall’unione dei fondi pubblici e ai complementari
Nella discussione previdenziale tenutasi lo scorso 18 settembre, si è giunti alla conclusione che è improbabile che la riforma delle pensioni possa entrare in vigore nel 2024. Nel dibattito sono emersi vari spunti riguardo al piano per garantire una pensione a tutti coloro che hanno iniziato ad accumulare anzianità contributiva dopo il 1996.
Si tratta di lavoratori il cui regime pensionistico è completamente basato sul sistema contributivo. Questo meccanismo mette in discussione la prospettiva pensionistica dei giovani al di sotto dei 35 anni. L’assenza di interventi mirati a mitigare la discontinuità lavorativa e gli stipendi minimi porta alla pensione di vecchiaia con importi ridotti, se non addirittura irrisori, tale da non garantire un adeguato sostegno di vita e lasciando i pensionati vicini alla soglia di povertà.
D’altro canto, con il protrarsi dell’età pensionabile e le modifiche nell’aspettativa di vita, si arriva a un’età pensionistica di 74 anni. Secondo quanto riportato da Repubblica, l’opzione migliore sembrerebbe quella di combinare la pensione pubblica con un reddito da rendita privata.
Pensione anticipata 64 anni per chi rientra nel sistema contributivo
In realtà, la pensione anticipata per i contributivi puri è una disposizione prevista nella riforma del 2012. La pensione di vecchiaia anticipata, accessibile a chi ha 64 anni e almeno 20 anni di contributi, prevede un assegno pari a 2,8 volte il trattamento minimo. Questo limite impedisce ai lavoratori con una carriera discontinua o con stipendi bassi di usufruire di questa formula previdenziale.
Un’alternativa potrebbe essere quella di collegare il sistema ordinario a quello della previdenza integrativa. In questo modo, raggiungere la pensione anticipata a 64 anni diventerebbe più accessibile.
Al momento, i lavoratori che percepiscono un assegno di 1.250 euro a 64 anni non possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata, poiché il loro assegno è al di sotto del limite di 2,8 volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.409 euro. Tuttavia, se si aggiunge una rendita di 200 euro proveniente dai fondi complementari, il requisito viene soddisfatto e il lavoratore può andare in pensione.
Il vero problema riguarda la presenza del fondo complementare, che richiede il versamento di una contribuzione regolare, completamente a carico del lavoratore.