L’evasione fiscale è un reato che irradia i suoi effetti non solo sullo Stato, ma anche su tutti i cittadini onesti che, invece, le tasse e le imposte le pagano regolarmente.
Molti si chiedono quali siano le conseguenze legali dell’evasione fiscale e quando si rischia effettivamente il carcere secondo la legge italiana.
In questo articolo scopriremo quando l’evasione fiscale può comportare una pena detentiva.
Cos’è l’evasione fiscale?
Con il termine “evasione fiscale” si concretizza quando i cittadini evitano di pagare tasse e imposte, violando le norme.
L’evasione fiscale è sorella dell’elusione fiscale, che si concretizza quando i cittadini utilizzano le leggi, in modo subdolo, per non pagare le tasse o l’intera somma delle tasse.
Chi commette evasione fiscale, può farlo in svariati modi:
- Può fornire informazioni erronee o incomplete alle autorità fiscali o ad altre autorità riguardo a fatti di rilevanza fiscale.
- Omette di adempiere agli obblighi nei confronti dell’amministrazione finanziaria, ignorando fatti di rilevanza fiscale.
- Non utilizza le marche da bollo o i contrassegni fiscali, riducendo così l’importo delle imposte dovute.
- Ottiene vantaggi fiscali ingiustificati.
In Italia, l’evasione fiscale ammonta a circa 80 miliardi di euro l’anno. Una cifra abnorme. Le conseguenze sociali di questa pratica diffusa sono ben documentate: lo Stato viene privato di entrate che potrebbero essere utilizzate per fornire servizi fondamentali ai cittadini.
Quando si rischia il carcere con l’evasione fiscale?
La risposta è: dipende. Dipende, cioè, dalla gravità dell’evasione, ovvero dalla somma evasa.
Se la somma evasa è modesta, l’illecito sarà amministrativo e colui che lo ha commesso si ritroverà a pagare una sanzione e degli interessi, per regolarizzare la sua situazione.
In casi gravi, però, con elevate somme evase, potrebbero essere avviati procedimenti penali e la conseguenza potrebbe essere il carcere.
È vero anche, e questo va ammesso, che è raro che in Italia un grande evasore finisca in carcere, perché l’ordinamento prevede varie alternative alla reclusione.
Scopriamo i casi in cui si rischia il carcere con l’evasione fiscale.
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Ecco alcuni reati fiscali e le pene previste
Dichiarazione fraudolenta:
- Falsificazione delle dichiarazioni dei redditi o dell’Iva.
- Utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
- Alterazione delle scritture contabili.
La pena prevista è la reclusione da 4 a 8 anni, ridotta da 1 a 6 anni se l’evasione è inferiore a cento mila euro.
Dichiarazione infedele:
- Dichiarazioni non veritiere senza intento fraudolento.
La pena prevista è la reclusione da 2 anni a 4 anni e 6 mesi.
Dichiarazione omessa:
- Mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi o IVA entro 90 giorni dalla scadenza.
La pena prevista è la reclusione da 2 a 6 anni se l’ammontare delle imposte evase supera i 50 mila euro.
Omesso versamento dell’IVA:
La pena prevista è la reclusione da 6 mesi a 2 anni, se l’evasione supera i 250 mila euro.
Omesso versamento di ritenute:
La pena prevista è la reclusione da 6 mesi a 2 anni, se l’evasione supera i 150 mila euro.
Emissione di fatture false:
Con destinatari falsi o per operazioni inesistenti. La pena prevista è la reclusione da 4 ad 8 anni, con pena ridotta da un anno a 6 anni, se l’evasione non supera i 100 mila euro.
Occultamento o distruzione di documenti contabili:
La pena prevista è la reclusione da 3 a 7 anni.
Utilizzo di fatture false:
La pena prevista è la reclusione da un anno e 6 mesi a 6 anni.
In conclusione, l’evasione fiscale non sempre prevede la reclusione. Solo nei casi più gravi e quando la somma evasa è consistente. Altrimenti si tratta solo di illecito amministrativo.
È essenziale essere consapevoli delle conseguenze legali dell’evasione fiscale e rispettare le leggi tributarie per evitare sanzioni amministrative e penali.