Riforma pensioni 2024, le novità contenute nella Manovra iniziano a prendere forma. Andiamo a scoprire quali sono le valutazioni del governo su Quota 103, Ape sociale, Opzione Donna e previdenza integrativa per i giovani.

Riforma pensioni 2024, le novità nella Manovra: Quota 103, Ape sociale, Opzione Donna

Accantonata per il 2024 l’idea di una riforma strutturale delle pensioni, a causa delle ridotte risorse disponibili quest’anno, sembrano essere state individuate le priorità che hanno la possibilità di essere implementate, rispondendo a due esigenze diverse e in parte contrastanti. Alcune misure seguono la direzione di un anticipo della pensione per alcune categorie di lavoratori più fragili, con la proroga di alcune misure già in vigore. Altre misure mirano invece alla preoccupante prospettiva pensionistica dei giovani, un aspetto ben noto da tempo ma recentemente messo in luce da dati impietosi.

Si è tenuto ieri l’ultimo dei 4 incontri tra le parti sociali e l’Osservatorio sulla spesa previdenziale, istituito dal Governo Meloni per valutare la fattibilità delle misure e decidere quali sono urgenti. Per quanto riguarda gli anticipi pensionistici, è definitivamente tramontata la promessa di Quota 41 per tutti, o meglio rimandata a un prossimo futuro entro i prossimi 3 anni.

Si prevede invece con grande probabilità la proroga anche per il 2024 di due delle tre misure attuali:

  • Quota 103 per lavoratori pubblici e privati con uscita a 62 anni e 41 anni di contributi,
  • APE sociale per lavoratori disoccupati o con disabilità o caregiver con la possibilità di un prepensionamento a 63 anni e un’assegno ponte di massimo 1500 euro.

Per quanto riguarda le donne, invece si fa strada l’ipotesi di sostituire Opzione Donna con una nuova misura, denominata Ape Donna (clicca qui per approfondire).

Previdenza integrativa per i giovani

L’argomento principale dell’incontro del 18 settembre riguardava la platea dei giovani under 35 e coloro che hanno iniziato a lavorare dopo l’entrata in vigore del sistema contributivo per il calcolo delle pensioni. La proposta del Ministro Calderone è quella di facilitare l’accesso alla previdenza integrativa, consentendo di considerare il valore della possibile pensione integrativa per raggiungere l’importo minimo dell’assegno pensionistico che permette di uscire a 67 anni.

Al fine di favorire anche la possibilità di versare il TFR a un fondo pensione integrativo, si sta pensando di introdurre il “silenzio-assenso”. È ormai certo anche l’innalzamento della deducibilità degli importi versati ai fondi di previdenza integrativa, con ulteriori esenzioni legate ad esempio ai carichi familiari.

Le agevolazioni riguarderanno sempre i contributi finalizzati alle rendite e non all’accumulo di capitale. Inoltre, il piano del governo punta a informare meglio attraverso campagne informative sulle vantaggi del cosiddetto Terzo pilastro, ossia la previdenza integrativa.

A tale proposito, i sindacati sono d’accordo ma contestano la decisione di affidare ad Assoprevidenza la responsabilità e i fondi per queste campagne informative.