Una crescente allerta si è diffusa in tutta la regione Lombardia a causa della propagazione della peste suina africana nel Pavese. Da circa dieci giorni, i carabinieri sono stati mobilitati per contenere la diffusione del virus ad altri allevamenti.
Fino a questo momento, sono stati abbattuti più di 33.865 capi di bestiame.
La peste suina africana è una malattia virale che sta scatenando crescente preoccupazione a livello globale. Benché colpisca principalmente suini e cinghiali, ci si chiede se possa in qualche modo trasmettersi all’uomo e quali sarebbero i rischi associati.
Vediamo quali sono i pericoli concreti per gli esseri umani e come si manifesta questa malattia altamente contagiosa.
Cos’è la peste suina africana?
La peste suina africana è una malattia virale che colpisce maiali e cinghiali. Una volta ammalatisi, questi animali muoiono entro pochi giorni.
A parte la febbre resistente al trattamento curativo e le morti improvvise, i sintomi di questo virus non sono molto specifici.
Ecco perché, in caso di frequenti morti di animali, è necessario effettuare indagini per escludere che la causa sia la peste suina.
La peste suina africana è una malattia animale altamente contagiosa. Tuttavia è molto meno contagiosa dell’afta epizootica o della peste suina classica. Purtroppo, però, è fatale in oltre il 90% dei suini infetti.
Il virus si trova nel sangue, nelle feci, nell’urina, nella saliva, nonché nei muscoli e negli organi di un animale malato. Può sopravvivere a lungo nella carne, nelle carcasse di animali o nell’ambiente.
L’agente patogeno si trasmette attraverso il contatto diretto con gli animali. L’agente patogeno può anche diffondersi indirettamente attraverso attrezzature e veicoli di trasporto o scarti di carne contenenti l’agente patogeno.
Peste suina africana: gli allevatori chiedono l’intervento dell’esercito.
Quali sono i sintomi della peste suina africana?
I sintomi della peste suina africana variano a seconda della sua forma:
Nel decorso acuto, gli animali possono manifestare febbre elevata, morte improvvisa, colorazione bluastra delle punte delle orecchie e delle estremità, e sanguinamento sulla pelle.
Nel decorso cronico, molti animali possono presentare sintomi clinici aspecifici come febbre, deperimento, diarrea, aborti, scarsa crescita, pelle arrossata e sanguinamento. Inoltre, possono verificarsi frequenti infezioni che portano alla perdita di animali nel gruppo.
Se si riscontrano questi sintomi, è fondamentale contattare immediatamente il veterinario zootecnico in modo da poter esaminare ogni sospetto di epidemia e prendere le opportune misure.
Peste suina africana, cosa rischia l’essere umano?
La peste suina africana è innocua per l’uomo e anche per gli animali domestici.
L’agente patogeno non può essere trasmesso all’uomo. Ciò vale anche per il consumo di carne di maiale e dei prodotti che ne derivano.
Come si è diffusa la peste suina africana in Europa?
Originariamente l’epidemia era limitata al continente africano. Tuttavia, dal 2007, la peste suina africana si è diffusa dalla Georgia attraverso la Russia verso l’Europa. Dal 2014 sono stati segnalati focolai in Ungheria, Polonia, Belgio, Moldavia, Lituania, Lettonia, Estonia, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Serbia.
Da decenni si registrano casi isolati di peste suina africana anche in Sardegna e, da poco tempo, in Lombardia.
Oltre che in Europa, il virus si sta diffondendo anche in Asia. Alla fine di giugno 2017, la Repubblica Ceca ha segnalato i primi casi di PSA nei cinghiali nella regione di confine con la Slovacchia.
In conclusione, la peste suina africana presenta sintomi diversi a seconda della sua forma. È fondamentale che gli allevatori siano consapevoli di questi segnali e che, in caso di sospetto contagio, contattino prontamente il veterinario zootecnico per adottare le misure necessarie.
La tempestiva individuazione e gestione della malattia sono essenziali per prevenire la sua diffusione e proteggere gli allevamenti e la salute animale.
Il virus è innocuo per l’uomo.