Identificata nel golfo di Olbia in Sardegna una specie aliena di medusa, la cosiddetta medusa a pois il cui nome scientifico è Phyllorhiza punctuata.
A individuare questa particolare specie è stato il personale del Dipartimento di Sassari e Gallura dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) sarda e della Capitaneria di Porto di Olbia, impegnato in attività di monitoraggio nel contesto del progetto Strategia Marina.
Gli avvistamenti sono infatti avvenuti durante le operazioni di rilievo e campionamento previsti nell’ambito del Descrittore 2 della Strategia Marina, ovvero quella specifica attività di indagine che si occupa dell’individuazione di specie non indigene in varie zone interessate da traffico navale internazionale.
Al momento non è ancora stato indicato il numero esatto di animali avvistati, anche se nel comunicato stampa dell’ARPA se ne indicano “numerosi”.
Medusa a pois aliena: da dove arriva
Questo particolare tipo di medusa è originario dell’Oceano Pacifico occidentale. Nel corso del tempo si è diffuso in varie parti del mondo grazie alle caratteristiche di invasività e adattabilità che lo caratterizzano.
Tecnicamente la specie viene definita dagli zoologi “lessepsiana”. Questo termine che indica delle specie aliene entrate nel Mar Mediterraneo dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez, il canale artificiale aperto verso la fine del XIX secolo grazie all’importante progetto dell’ingegnere Ferdinand de Lesseps.
I primi avvistamenti delle meduse a pois in Italia risalgono al 2009. I tecnici dell’ARPA Sardegna stanno monitorando il cambiamento climatico che sta sempre di più favorendo l’esplosione demografica dei granchi blu e di altre specie alloctone.
Specie debolmente urticante
Questa specie non provoca alcun problema di salute nell’uomo. Si tratta infatti di un tipo di medusa debolmente urticante ma ciò non significa che sia del tutto innocua.
La numerosa presenza di queste grandi meduse, il cui ombrello può raggiungere e superare i 60 centimetri di diametro, può infatti rappresentare un problema significativo per i delicati equilibri degli ecosistemi del Mar Mediterraneo, già ampiamente minacciati da numerose altre specie aliene.
La medusa a pois viene chiamata così a causa del suo grande ombrello costellato da macchioline bianche. Questa caratteristica la rende impossibile da confondere con altre specie.
I colori sono vari e passano dal giallognolo al marroncino. Si caratterizza principalmente per la presenza di otto grandi braccia orali trasparenti e nessun tentacolo marginale.
Al di sotto delle braccia si trovano poi i delicati filamenti armati di cellule lievemente urticanti chiamati nematocisti. Per l’uomo sono praticamente indolore ma sono molto pericolosi per i pesci, i crostacei o le altre specie planctoniche di cui si nutrono.
L’Università delle Hawaii in un documento ha indicato che l’esplosione demografica di questa tipologia di medusa sembra rappresentare una minaccia per le popolazioni ittiche locali e altre specie come gamberetti, acciughe e granchi.
L’ARPA Sardegna infine sottolinea che la medusa si nutre di larve, uova e di plancton.
Perchè il Mediterraneo è pieno di meduse?
Il Mediterraneo è un mare sovra sfruttato e il prelievo di troppi pesci crea in poco tempo uno spazio ecologico libero per la crescita delle meduse.
La pesca sistematica e massiccia di pesci predatori come il tonno, ma anche di crostacei e molluschi che si nutrono di meduse, può portare a conseguenze devastanti per l’ecosistema marino. Questo avviene perché le specie ittiche ai vertici della catena trofica vengono sostituite da gruppi di specie più primitivi proprio come le meduse.
Così facendo però si riduce drasticamente la biodiversità marina poiché le meduse entrano in diretta concorrenza con i pesci che si nutrono di zooplancton. Non solo, esse predano anche le uova e le larve di alcuni di questi pesci, come avviene per la medusa a pois provocando un impatto diretto sulla popolazione di quelle specie.