L’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Bce può essere “pericoloso” per l’Italia: parola di Carlo Bonomi. Ospite di ReStart, su Rai3, il presidente di Confindustria è tornato sul tema inflazione, paventando il rischio che il continuo aumento dei tassi avvicini lo spettro della recessione.

Secondo Bonomi, da parte dell’Ue resiste una sorta di “accanimento” in merito all’utilizzo “del solo strumento dell’aumento dei tassi per combattere l’inflazione”. Il rischio è dato dal volume degli investimenti privati che sono crollati.

Nel primo trimestre 2021 gli investimenti erano cresciuti del 3,5%, nel primo trimestre di quest’anno dello 0,8%.

Per favorire lo sviluppo del Paese, la soluzione potrebbe essere quella di introdurre un commissario agli investimenti.

L’Italia è un Paese meraviglioso ma investire in Italia non è semplice, è molto complesso. Credo si possa pensare ad avere qualcuno che possa dire ‘se fai la fabbrica in due mesi ti faccio avere tutti i permessi’, e non dipendere da 100 enti.

Innalzamento tassi Bce, Bonomi: “Non vedo un rischio mercati. Lo spread va tenuto sotto controllo”

Il leader della principale organizzazione rappresentativa delle imprese italiane “non crede” che il Paese “andrà sotto un attacco dei mercati”. L’andamento dei tassi resta tuttavia da monitorare e, in particolare, lo spread “va tenuto sotto controllo”.

Dipenderà dalle politiche che metteremo in campo. Non ci sono i segnali di un attacco all’Italia: non è nell’interesse dell’Europa, non è nell’interesse di nessuno. Ma noi dobbiamo fare i compiti a casa.

Una chiosa sulla condotta del governo Meloni: a detta di Bonomi, la stessa premier “sta interpretando in maniera corretta il momento”.

Non sta a me dare una pagella: non c’era da essere troppo ottimisti prima, non c’è da essere pessimisti adesso.

A fare da “banco di prova”, sottolinea Bonomi, la prossima legge di bilancio. Sul tavolo alcune priorità, a cominciare dagli interventi per redditi sotto i 35mila euro fino al taglio del cuneo fiscale.

Dobbiamo rimettere in tasca i soldi a questi italiani che con l’aumento dell’inflazione vedono eroso il loro potere d’acquisto, uno stimolo forte agli investimenti per agganciare le transizioni e le riforme di cui si parla da 40 anni.