Si era trasferita da Treviso in Spagna per amore del compagno, Nicoleta Buliga Lupo, l’infermiera romena di 51 anni uccisa a coltellate nella notte tra giovedì e venerdì. A raccontare la sua storia è Il Gazzettino.

Infermiera di Treviso uccisa dal compagno in Spagna: chi era Nicoleta Lupo

Originaria della Romania, da tempo Nicoleta Buliga Lupo viveva a Treviso dove, per 19 anni, dal 2004 allo scorso giugno, ha lavorato come strumentista di sala operatoria all’ospedale San Camillo. Era un volto noto, in città. Poi, in estate, aveva deciso di coronare il suo sogno: trasferirsi in Spagna per raggiungere il compagno Ioan Corbaceri, 54 anni, anche lui romeno.

Si erano conosciuti due anni prima, ma la loro relazione era sempre stata a distanza, perché lui lavorava come manovale a Castellónde la Plana, nei pressi di Valencia. Con lui, dopo la separazione dal marito, avvenuta cinque anni prima, la donna avrebbe voluto costruirsi una nuova vita. La stessa vita che lui alla fine le ha spezzato, uccidendola.

È successo nella notte tra giovedì e venerdì. Stando a quanto ricostruito finora, Corbaceri l’avrebbe pugnalata e poi si sarebbe tolto la vita. Quando le autorità locali erano giunte nel loro appartamento, dopo le segnalazioni degli ex colleghi della vittima – preoccupati di non ricevere sue notizie -, per loro ormai non c’era più niente da fare.

Lei presentava diverse ferite da arma da taglio al collo, al torale, alle braccia e in altre parti del corpo. Lui si era impiccato.

I precedenti per violenza e i problemi con l’alcol

Alcuni vicini di casa della coppia hanno raccontato agli inquirenti che il 54enne aveva problemi di alcolismo e nel quartiere in cui viveva aveva già creato problemi. Non è tutto: sembra che alle spalle avesse anche un divieto di avvicinamento nei confronti dell’ex moglie, per violenza. Bisognerà capire perché abbia deciso di compiere un gesto così estremo.

Continua a chiederselo, disperato, il figlio dell’infermiera, Emmanuel, che, insieme al padre, una volta ricevuta la terribile notizia si è recato in Spagna. Ma continuano a chiederselo anche tutti coloro che a Treviso avevano avuto a che fare con lei e ora la descrivono come una persona tranquilla e “responsabile”,

la cui unica sfortuna è stata quella di essersi innamorata dell’uomo sbagliato.

La reazione del sindaco della cittadina spagnola

Oggi in Plaza Major, insieme a numerosi castellonesi, abbiamo effettuato un minuto di silenzio per condannare l’omicidio di una donna avvenuto nella città per mano del suo compagno dopo che è stato confermato dalla delegazione del Governo contro la violenza di genere. Le mie condoglianze alla famiglia e ai cari della vittima. Invito tutte le donne che avvertono una situazione di rischio a segnalarla. Possiamo combattere questa piaga della società solo con la prevenzione, l’unità, la coordinazione e l’educazione ai valori e all’uguaglianza,

ha scritto la sindaca della cittadina spagnola che aveva accolto Nicoleta. Come lei sono in tanti, sui social, a ricordarla. Riflettendo sull’ennesimo caso di femminicidio.

Una storia che riporta alla mente quella di Blanca Arellano

Quella di Nicoleta ricorda la storia di Blanca Arellano. La 51enne, originaria di Città del Messico, aveva deciso di trasferirsi in Perù per incontrare un uomo conosciuto online. Poco dopo essere arrivata all’estero, però, era scomparsa. I ripetuti appelli dei familiari avevano spinto le autorità locali a cercarla, con il sospetto che fosse stata uccisa. Poco tempo dopo i resti del suo corpo erano emersi dalle acque in un punto non lontano dall’abitazione che aveva condiviso con il nuovo compagno: secondo gli inquirenti l’uomo l’avrebbe accoltellata e fatta a pezzi per vendere i suoi organi. Nelle scorse settimane era stato arrestato con l’accusa di omicidio, tratta di esseri umani e traffico di organi. Dal carcere continua a dichiararsi innocente.