È in programma per oggi, 20 settembre, il sopralluogo dei genitori di Kata all’ex hotel Astor, l’edificio di via Maragliano in cui la bambina scomparsa viveva insieme ai familiari di origine peruviana ed è stata vista giocare per l’ultima volta il 10 giugno scorso, a Firenze. Per l’occasione Katherine e Miguel saranno accompagnati dal loro consulente di parte, l’ex comandante del Ris Luciano Garofano.
Oggi a Firenze il sopralluogo dei genitori di Kata all’Astor alla ricerca di tracce della bambina scomparsa
L’obiettivo della perlustrazione è cercare tracce della bimba di cinque anni ripercorrendo i luoghi che era solita frequentare. Per questo la presenza dei genitori è quanto mai importante.
Nessuno meglio di loro può conoscere i movimenti della bambina – spiega Garofano al Corriere della Sera -, riteniamo indispensabile un confronto nell’edificio.
Nel corso dell’ultimo sopralluogo, effettuato da Garofano e dagli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi pochi giorni dopo il presunto rapimento della piccola, i suoi genitori non c’erano, perché non erano ancora in possesso dell’autorizzazione della Procura. Questa volta le cose sono cambiate: a oltre tre mesi dal sequestro, non si può e non si vuole lasciare nulla di intentato.
Partiti anche gli accertamenti tecnico-scientifici
Intanto nelle scorse ore il genetista Ugo Ricci è stato incaricato di effettuare gli accertamenti tecnico-scientifici: passerà al setaccio i borsoni e le valigie con cui alcuni degli indagati per sequestro di persona a scopo di ritorsione erano stati visti uscire dall’ex hotel proprio il giorno della scomparsa e i lavandini dei bagni di alcune stanze frequentate da questi ultimi.
Dovrà capire se tali oggetti celino tracce di sangue e, nel caso, se esso sia compatibile con quello della bambina. Una delle ipotesi è che Kata possa essere stata nascosta nei trolley e portata fuori dallo stabile, dove, per il momento, non sarebbero state trovate tracce di lei. In settimana arriverrano a Firenze per le verifiche anche i “cacciatori di Calabria”, i militari dell’Arma solitamente impegnati nella ricerca dei latitanti in zone impervie.
Affiancheranno i carabinieri del Ros e, attraverso sofisticate tecniche, vaglieranno anche i muri e il terreno dell’edificio. Cinque le persone per ora indagate, tutti ex occupanti dell’hotel, tra cui lo zio materno e quello paterno di Kata, entrambi detenuti.
La storia del narcotrafficante peruviano
Il primo, Abel, si trova nel carcere di Sollicciano, dove è stato portato per aver preso parte a una violenta aggressione consumatasi all’interno dell’ex hotel ai danni di un cittadino ecuadoregno nell’ambito della gestione abusiva degli affitti. A lui il 10 giugno scorso la bambina era stata affidata mentre la mamma era al lavoro.
Il secondo, Marlon, è recluso in Perù per questioni di droga. E si troverebbe nello stesso carcere in cui è detenuto anche un narcotrafficante peruviano che potrebbe essere coinvolto, indirettamente, nella storia del rapimento di Kata. L’uomo, che fino allo scorso anno viveva a Firenze, sarebbe stato arrestato dopo essere stato trovato in possesso di oltre 13 kg di marjuana, poi sequestrata dalla polizia.
Droga che non avrebbe mai ripagato. L’ipotesi è che chi gliel’aveva ceduta avrebbe voluto vendicarsi, rapendo la figlia della donna che viveva con lui al momento dei fatti: una bambina della stessa età di Kata che, proprio qualche settimana prima della scomparsa, si era trasferita all’ex hotel insieme alla madre.
Per capire se sia la strada giusta da seguire la Procura fiorentina ha chiesto al Perù di poter sentire 13 persone potenzialmente informate dei fatti, tra cui lo zio paterno di Kata e il narcotrafficante. Ma alla rogatoria il Paese sudamericano non avrebbe ancora risposto. Non si fermano, intanto, gli appelli rivolti dai genitori della piccola a chiunque possa sapere qualcosa:
Mettetevi una mano sul cuore e parlate,
continuano a ripetere.