Dopo aver portato Ursula Von der Leyen a Lampedusa, la premier Giorgia Meloni porterà idealmente Lampedusa a New York, alla 78esima sessione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Unga). Nell’intervento che terrà domani sera, e che segnerà l’esordio della premier italiana all’Unga, Meloni batterà infatti anche sull’emergenza migranti, perché l’Italia non può essere lasciata sola e l’aiuto dell’Europa non basta, il senso del suo intervento, in cui ribadirà anche il sostegno fermo all’Ucraina e il lavoro necessario e senza tregua per una ‘pace giusta’. Davanti all’assemblea che tradizionalmente raccoglie capi di Stato e di governo dei 193 Stati membri, Meloni affronterà una serie di temi compresa la riforma dell’Onu e la centralità del multilateralismo ma accenderà i riflettori anche su quel piano Mattei per l’Africa su cui punta molte delle sue fiches, in una partita complicatissima e che fa tremare il governo, perché la ”polveriera Africa non è esplosiva ma è già esplosa”, come va ribadendo in queste ore il ministro agli Affari esteri Antonio Tajani. La premier, che anche in questa trasferta porterà con sé la figlia Ginevra, avrà un’agenda fitta di impegni. Si lavora infatti a una serie di bilaterali: oltre a quello con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres la presidente del Consiglio dovrebbe vedere anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello algerino Abdelmadjid Tebboune. Con il leader turco, in particolare, Meloni punta a trovare un’intesa per arginare l’onda migratoria che spinge sulle frontiere dalla rotta balcanica.
Giorgia Meloni affronterà il tema migranti
A spiegarlo e’ lo stesso Tajani, a margine dei lavori al Palazzo di Vetro. Dove rimarca, con forza, che Lampedusa e’ solo ”la punta di un iceberg, e’ riduttivo parlare del problema migratorio solo in questi termini”, mentre dalla Francia il ministro degli Esteri Darmanin dichiara che Parigi non accoglierà i migranti arrivati sull’isola siciliana. ‘No a spot elettorali” sulla pelle dei migranti, e’ l’invito di Tajani, che sembra ‘parlare alla nuora perché la suocera intenda’, mentre in Italia e’ ancora viva l’attenzione per la presenza della leader della ultradestra francese Marine Le Pen a Pontida, ospite di Salvini: ”Le Pen non era in Cdm questa mattina” a definire la nuova stretta sui migranti, dice piccato Tajani ai giornalisti che lo incalzano, ”non è certo lei che decide quel che fa l’Italia ma il governo”. A spiegare le ultime decisioni assunte e la pressione che grava sui paesi di primo approdo agli altri leader presenti a New York ci penserà Meloni, che chiederà con forza l’intervento delle Nazioni Unite, mentre nel suggestivo Palazzo di Vetro ancora risuonano le parole del sindaco Filippo Mannino, un grido di allarme, il suo, affinché ”Lampedusa non diventi una nuova Ellis Island”.Giorgia meloni all’