Pensioni quota 103, chi potrà uscire nel 2024 con la conferma di questo tipo di pensionamento da parte del governo di Giorgia Meloni nella prossima legge di Bilancio? Per una risposta a questa domanda è utile considerare l’anno di nascita e quello nel quale il lavoratore prossimo alla pensione abbia cominciato la propria attività lavorativa e, dunque, anche a contribuire.
La verifica conduce anche a un’analisi delle varie opzioni di pensione anticipata percorribili. Ad esempio, per molti contribuenti potrebbe essere più conveniente uscire con la pensione anticipata di soli contributi. Questo risultato riguarda sopratutto le donne che escono con 41 anni e 10 mesi di contributi versati, appena 10 mesi in più di quanti ne richieda quota 103.
Tuttavia, per le donne che abbiano iniziato presto a lavorare, la quota 103 potrebbe maturare dopo la pensione anticipata dei soli contributi, ragione per la quale, anche se venisse confermata nel 2024, la quota potrebbe risultare la soluzione meno conveniente.
Pensioni quota 103, chi può uscire nel 2024? Verifica dall’anno di nascita e di inizio lavoro
Lo stesso ragionamento si può fare per gli uomini, anche se con qualche limite in più. Infatti, la pensione a quota 103 – che richiede 41 anni di contributi e un’età di uscita di almeno 62 anni – dovrebbe confrontarsi con la pensione anticipata che richiede 42 anni e dieci mesi di contributi, un anno in più rispetto alle donne. Da questo confronto deriva, quindi, che le donne possono “permettersi” un anno di ritardo nell’entrata a lavoro o buchi contributivi di un anno per trovarsi nella stessa situazione degli uomini.
In linea generale, potranno andare in pensione nel 2024 con quota 103 gli uomini e le donne che abbiano compiuto i 62 anni di età e maturato la quota 41 di contributi. Essenzialmente, quindi, nel 2024 l’anno limite di nascita per uscire sarà il 1962, non oltre. Accanto a questo requisito anagrafico, è necessario considerare qual è l’anno nel quale il lavoratore abbia cominciato a versare contributi.
Anche in questo caso, chi è nato nel 1963 deve, necessariamente, aver cominciato a lavorare entro il 1982 o il 1983. Oltre questo anno, quota 103 non si potrebbe applicare per la mancanza del requisito contributivo e occorrerebbe rimandare di qualche anno l’uscita, con i dovuti ragionamenti sulla convenienza della misura rispetto alle altre.
Pensioni quota 103, chi esce a 62 anni con 41 anni di contributi?
La massima convenienza nell’uscita dal lavoro con quota 102 nel 2024 ce l’ha chi il prossimo anno compie 62 anni di età. Infatti, per i nati del 1962 (ma anche per i nati nel 1961), nel prossimo anno si aprono le porte della pensione se hanno iniziato a lavorare a 20 o a 21 anni di età, ma non oltre. Un nato nel 1961 che abbia cominciato a lavorare a 22 anni andrebbe in pensione un anno dopo rispetto agli altri due, ovvero all’età di 63 anni.
Meno convenienza l’avrebbe il lavoratore nato nel 1961 che abbia iniziato a lavorare a 23 o 24 anni: l’uscita risulterebbe possibile solo a 65 anni e 11 mesi (o a 66 anni e 11 mesi) e quindi sarebbe tagliato fuori dal secondo anno di sperimentazione, il 2024, della quota 103.
Pensione delle donne, quali alternative?
Discorso simile si può fare per le lavoratrici. In generale, quelle con la maggiore ottimizzazione dei requisiti della quota 103 sono le nate nel 1962 (o 1961) che possono contare di andare in pensione a 62 anni, senza rimandare l’uscita. Nel 2024 vanno in pensione con quota 103 le donne nate nel 1961 che hanno iniziato a lavorare a 22 anni, mentre non ci rientrano le lavoratrici che hanno iniziato un anno dopo.
Conti alla mano l’uscita slitterebbe a 64 anni e 10 mesi. Le lavoratrici nate nel 1963 dovrebbero sperare nella proroga anche nel 2025 per agganciare la quota 103: tra due anni, infatti, potranno andare in pensione a 62 anni e 10 mesi se nate nel mese di giugno.