Dopo i discorsi di Joe Biden e Guterres che hanno aperto la 78esima Assemblea Generale Onu, nel tardo pomeriggio italiano è stato il turno di Recep Tayyip Erdoğan. Il presidente turco ha incalzato la platea evidenziando la poca efficacia del Consiglio Onu riguardo decisioni sulla sicurezza mondiale. Quindi, il leader ha nuovamente voluto sottolineare l’importanza dell’accordo sul grano raggiunto dopo diverse sedute di mediazione tra Russia e Ucraina.
Assemblea Generale Onu, l’intervento di Erdogan tra critiche al consiglio e la crisi alimentare sventata dall’accordo sul grano
Erdogan ha iniziato il suo intervento all’Assemblea Generale dichiarando che l’accordo sul grano ha evitato la ‘fame globale’. Queste le sue parole a riguardo:
L’accordo sul grano ucraino ha evitato la minaccia di una fame globale: 33 milioni di tonnellate di grano sono state trasportate attraverso il Mar Nero verso il mercato globale. Purtroppo il suo fallimento ha lasciato il mondo a fronteggiare una nuova crisi.
Quindi, la critica verso il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che sembra non essere in grado di prendere decisioni rilevanti:
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è più un garante della sicurezza a livello mondiale ma è diventato un campo di battaglia per i cinque Stati membri permanenti. Il mondo è più grande di cinque e deve far fronte a sfide sempre più complesse e pericolose su scala globale, e certo non è possibile tracciare un quadro più ottimistico rispetto allo scorso anno. Vi sono conflitti, guerre, crisi umanitarie, lotte politiche e tensioni sociali dappertutto. Il terrorismo utilizzato come strumento di guerra per procura in Siria, in Nordafrica e nel Sahel sta causando un danno irreparabile al clima della sicurezza globale sempre più fragile.
Prima di lui, anche Stoltenberg ha difeso nuovamente la posizione dell’Ucraina contro la Russia:
Nessuno sa quanto durerà questa guerra. Grazie al sostegno della Nato e della comunità internazionale l’Ucraina è riuscita a respingere la Russia. La Cina? Non è un avversario della Nato, ma la sua crescente vicinanza con la Russia è una motivazione valida per rafforzare l’Alleanza Atlantica.
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