Ecco quello che sta succedendo in Azerbaijan. Gli ultimi aggiornamenti sulla situazione riportano che i separatisti del Karabakh chiedono un cessate il fuoco, ma il Presidente Baku vuole prima la loro resa.

Cosa sta succedendo tra i separatisti del Nagorno-Karabakh e Baku

Le forze separatiste del Nagorno-Karabakh hanno chiesto all’Azerbaijan di cessare il fuoco, così da mettere in piedi le trattative fermare le ostilità. La richiesta viene dal centro di informazione unificato del Nagorno-Karabakh. L’agenzia russa Tass riporta che il presidente dell’Azerbaigian si è detto disponibile a terminare l’operazione militare nel Nagorno-Karabakh solo a patto che i separatisti si arrendano e depongano quindi le armi

I separatisti denunciano il fatto che le forze dell’Azerbaigian non hanno rispettato il regime di cessate il fuoco, continuando a lanciare missili e artiglieria, iniziando un’opera di sfondamento. Lo riferisce l’agenzia russa Interfax.

L’Azerbaijan ha giustificato gli interventi dicendo di aver portato avanti delle “attività di antiterrorismo” nella regione armena situata all’interno dei confini azeri internazionalmente riconosciuti, per “ripristinare l’ordine costituzionale della Repubblica dell’Azerbaijan”. L’annuncio arriva dal ministero della Difesa azero. Ci sono state esplosioni nella regione separatista dello Stepanakert e in due città: Askeran e Martakert. Il numero delle vittime di cui si è a conoscenza al momento ammonta a più di 80 feriti e almeno 5 morti, 15 di questi sono dei civili.

I precedenti storici tra l’Azerbaijan e i separatisti

La regione del Nagorno-Karabakh resta il principale motivo del contendere tra lo stato dell’Azerbaijan e le forze separatiste che non si riconoscono nell’appartenenza. Il Nagorno-Karabakhl è una zona popolata soprattutto da Armeni. Il fondamento del contrasto ha un’origine etnica.

La lotta per questo territorio ha quasi portato alla guerra – per ben due volte- l’Armenia e l’Azerbaijan all’inizio degli anni Novanta, in seguito alla fine dell’Urss, poi nel 2020.

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