Entri in banca e versi una bella somma di denaro sul tuo conto corrente. Fin qui tutto normale, se non fosse che in casa non tutti dispongono di grosse somme di denaro, soprattutto se liquide. Peraltro, spesso la liquidità detenuta in casa è frutto di regali o dell’eredità del nonno, che l’ha sapientemente custodita nel cassetto dell’armadio in fondo a destra. Al di là del “posto segreto”, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe trattarsi di proventi in nero. È possibile che non venga dichiarato l’affitto della casa di vacanza per motivi riconducibili a una successione o altre circostanze. Vediamo insieme gli errori comuni da evitare che potrebbero farti pentire di aver versato 5.000 euro in banca.
Conto corrente: hai versato denaro in contanti? Potresti pentirtene, ecco perché.
Il vero problema del versamento riguarda il denaro contante custodito tra le mura domestiche. Molti, per evitare furti, nascondono il denaro nei posti più stravaganti; altri, invece, pensano bene di spostare i soldi sul proprio conto corrente. Nelle ultime ore, sono arrivate molte domande che sollevano il problema dei versamenti di denaro contante sul proprio conto corrente bancario o postale.
Senza ombra di dubbio, il problema non si presenta se il denaro viene utilizzato per le spese giornaliere, ovvero quelle non “tracciabili”, come ad esempio il rifornimento del carburante, la spesa alimentare, gli acquisti presso i negozi fisici e molto altro ancora. Diversamente, non si può affermare lo stesso per i pagamenti tracciabili o quando viene fornito il proprio codice fiscale a fronte della ricevuta comprovante l’acquisto, come ad esempio il pagamento del biglietto aereo, una polizza e molto altro ancora. Questi pagamenti sono tracciati dall’Agenzia delle Entrate e potrebbero far scattare il redditometro.
Sicuramente, una cassetta di sicurezza elimina il rischio della tracciabilità e, quindi, dei controlli. Tuttavia, non si esclude del tutto una verifica fiscale; se l’Anagrafe tributaria rileva il contratto di sottoscrizione della cassetta di sicurezza, può allertare l’Agenzia delle Entrate per la verifica del contenuto.
È importante sottolineare che il denaro contante non rappresenta una minaccia se non proviene da proventi in nero o somme incoerenti con la propria dichiarazione dei redditi. In molti casi, custodire il denaro contante non fa scattare l’accertamento, ma sono le spese tracciate incompatibili con i redditi dichiarati che attirano l’attenzione dell’Amministrazione Finanziaria.
Cosa succede se verso cinquemila euro in contanti?
I movimenti di entrata e uscita dal proprio conto corrente generano operazioni tracciabili dal Fisco. Pertanto, anche un semplice versamento in denaro contante può finire nel Registro dei conti correnti. C’è poco da essere felici, alla fine l’occhio vigile del Fisco non sfugge a nulla.
D’altra parte, vengono applicate le disposizioni normative contenute nell’articolo 32 del DPR n. 600 del 1973, che spiega i poteri degli uffici: ‘
“Per l’adempimento dei loro compiti, gli uffici delle imposte possono procedere all’esecuzione di accessi, ispezioni e verifiche a norma del successivo articolo 33; invitare i contribuenti, indicandone il motivo, a comparire di persona o per mezzo di rappresentanti per fornire dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento nei loro confronti, anche relativamente ai rapporti ed alle operazioni, i cui dati, notizie e documenti siano stati acquisiti.”
In altre parole, ogni operazione di entrata e uscita si presume provenire da reddito dichiarato, salvo prova contraria che dovrà essere fornita dal contribuente. Se l’irregolarità non viene supportata da prove certe, l’Amministrazione finanziaria registra l’accertamento di evasione fiscale, applicando sanzioni e interessi sulle somme accertate.
Alla fine, non è il versamento di 5.000 euro che allerta il Fisco, né tantomeno cifre più piccole, ma è l’irregolarità riscontrata con i redditi dichiarati. Per questo, versare sul conto corrente una somma di denaro ricevuta in eredità senza poterne dimostrare la provenienza potrebbe farti pentire del versamento.
Quanto si può versare in banca senza controlli nel biennio 2023/2024?
Come detto sopra, non esiste un limite alle operazioni di entrata e uscita sul proprio conto corrente. Tuttavia, se il versamento supera la soglia di 10.000 euro è la banca che allerta l’Unità di Informazione Finanziaria (Uif). In sostanza, l limite complessivo delle transazioni per non rischiare una segnalazione gestita dalla banca ai fini antiriciclaggio, non deve superare il valore di 10.000 euro.
Il versamento oggetto di accertamento fiscale può essere contestato solo attraverso una prova documentale con data certa che mostri la provenienza o la non tassabilità del denaro:
- già tassati alla fonte come, ad esempio, le vincite al gioco;
- esenti da tassazione, come ad esempio contratto di donazione, contratto di vendita della vettura, risarcimenti e altro.