A margine dell’evento sulla semplificazione voluto dalla ministra Casellati, il ministro dell’economia Giorgetti, sfuggendo ai giornalisti alla domanda sulla manovra ha risposto con una battuta: “Siamo in alto mare, ma aspettiamo lunedì che arrivi la Nadef”
Manovra e semplificazione, gli obiettivi economici
Il sorriso beffardo del ministro nel sfuggire alla stampa non fa altro che alzare qualche dubbio sulle reali armonie delle forze di maggioranza rispetto alle azioni previste in una manovra economica al quanto avida di fondi.
Durante il suo panel di riferimento “Le buone leggi, semplificare per far ripartire l’Italia”, il ministro dell’economia, in compagnia del presidente del FVG Fedriga, ha spiegato come le manovre interne non possono prescindere dalle nuove regole che verranno dal nuovo Patto di Stabilità europeo.
“Forse un accordo si raggiungerà, se non a ottobre a Natale, ma in una formula che permetta di capire la situazione e calarla nella realtà storica”
Il ministro Giorgetti ha anche spiegato che l’Italia ha fatto un passo avanti accentando la regola numerica sul percorso di riduzione del debito.
“Serve trovare una formula che permetta di capire la situazione e calarla nella realtà della storia, capendo l’epoca in cui stiamo vivendo: non c’è più il Covid ma c’è la guerra, i costi dell’energia e delle materie prime, rispetto le decisioni della Bce, sono autonome e indipendenti, non le metto in discussione, ma io che faccio politica queste cose le devo valutare e spero che il Consiglio europeo colga la situazione”
Giorgetti: “Con i tassi così alti ci sono 15 miliardi in meno”
Per il ministro Giorgetti l’aumento dei ha influito molto alle difficoltà nel trovare le risorse.
“Se i tassi fossero rimasti quelli dell’anno scorso, o di due anni fa avevamo 14-15 miliardi in più da mettere sul fisco, ma non ci sono più e si farà più fatica. È evidente che la politica monetaria restrittiva aveva l’obiettivo di rallentare la crescita e devo dire che lo ha brillantemente raggiunto2
Per Giorgetti l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% ha avuto come conseguenza un netto rallentamento dell’economia, una delle soluzioni resta scorporare gli investimenti e gli aiuti di guerra all’Ucraina dal nuovo patto di stabilità.
“L’Italia chiede l’esclusione degli investimenti dal patto di stabilità e crescita perché l’introduzione di questa regola dal 2024 perché l’introduzione di questa regola dal 2024 in avanti per un Paese come l’Italia, che ha 80 miliardi al minimo purtroppo in continuo aumento di Superbonus da pagare sul debito nei prossimi 3-4 anni, e ha spese importantissime di investimento finanziate coi prestiti del Pnrr è matematicamente impossibile rispettare quella regola di riduzione del debito”
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