Era da solo nel deserto, senza cibo, né acqua, né una famiglia che lo accudisse: è la triste sorte di un bambino di 3 anni, giunto a Lampedusa insieme al suo salvatore, un giovane nordafricano.

Dopo aver trovato il piccolo, abbandonato dai suoi cari probabilmente per necessità, il ragazzo l’ha portato con sé nel suo viaggio della speranza. Una volta arrivato a Lampedusa, il migrante ha spiegato ai volontari della Croce Rossa e Save the Children di non essere un suo familiare e di non sapere come occuparsene.

Il nome, la provenienza e la storia del piccolo restano informazioni sconosciute. Ora è affidato agli psicologi, che stanno cercando, con la massima delicatezza, di scoprire di più su quanto gli è accaduto.

Più famiglie di Lampedusa si sono offerte per avere in affido il bambino arrivato solo sull’isola

Una vicenda che ha commosso diverse famiglie dell’isola, che hanno manifestato la propria disponibilità per un affido temporaneo. Al momento il piccolo migrante si trova all’hotspot di contrada Imbriacola, nella sezione per i bambini e le madri sole.

Negli occhi dei soccorritori ci sono ancora le immagini del suo angelo custode: i due sono sbarcati a Lampedusa mano nella mano. Il ragazzo nordafricano, ancora minorenne, ha spiegato che con lui il bimbo non ha mai parlato. Troppo forte il trauma di un’esistenza già segnata da esperienze così forti.

Non potevo lasciarlo morire da solo nel deserto, così l’ho portato con me e abbiamo fatto il viaggio insieme…

A preoccupare ulteriormente è il fatto che nessuno sappia quali traumi nello specifico abbia vissuto il piccolo senza nome. Quel che è certo è che finora non è riuscito ad interagire con nessuno.

Ora la palla passa al Tribunale dei minori di Palermo, chiamato a decidere sul suo futuro. I giudici dovranno verificare se ci sono parenti sul territorio e in seguito valutare richieste concrete di affido da parte di “soggetti idonei”. Se necessario, per lui potrebbe essere disposto un intervento urgente da parte di un reparto di Neuropsichiatria infantile.