Giorgio Gaber autotune, questo insieme di parole chiave sembra cozzare molto ma non tutti sono di quest’opinione. Lo dimostra l’attore e cantante Neri Marcorè ospite della giungla di Radio Cusano Campus Bagheera, il morning show condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti. In occasione della data romana del suo “Concerto per il Signor G” prevista questa sera alle 21 a Villa Ada, l’artista marchigiano ha fatto due chiacchiere su come sarebbe stato l’inventore del teatro canzone se fosse vivo oggi. Con buona pace di Samuele Bersani e di tutti quelli che individuano nell’autotune il male supremo della musica italiana, ecco qual è l’opinione di chi Gaber lo conosce e lo canta da anni.

Giorgio Gaber autotune, le dichiarazioni di Marcorè

“Tutte queste polemiche e questo dissing sull’autotune? Gaber lo avrebbe usato, è probabile. Era un artista moderno e, in quanto tale, probabilmente lo avrebbe utilizzato perché avrebbe esplorato, come ha sempre fatto nella sua carriera musicale, nuovi linguaggi e nuove sonorità. Però va detto anche che il Signor G era uno che aveva la sua linea artistica e la sua identità precisa che non si faceva corrompere da nessuna moda. Quindi, a prescindere dalle novità del momento, le sue sonorità sarebbero rimaste di fondo quelle lì”.

Autotune, cos’è

Si tratta di un effetto da applicare in fase di registrazione della voce del cantante il cui scopo è mettere in nota la traccia. Tecnicamente si imposta la tonalità della canzone e il software legge le note fuori tonalità correggendole. Quando il programma lavora troppo nella correzione (perché la nota è troppo sbagliata), il suono della voce si snatura diventando quasi robotico. Questo, che in teoria è un errore, tanto che in studio si tende a ricantare la parte troppo “tunata, è diventato invece uno stile sonoro volutamente ricercato nel genere trap.

Giorgio Gaber autotune, la politica di oggi

“Cosa direbbe il Signor G della politica di oggi? Non è così ovvia la risposta. A suo tempo tutti pensammo che si sarebbe messo contro Berlusconi e invece lo fece. Addirittura la moglie è stata una parlamentare di Forza Italia e lui si teneva distante. Forse perché rispettava le opinioni del prossimo. Probabilmente da tempo non si riconosceva più in una certa attuazione della politica. Non è stato anarchico come diceva De Andrè ma era di certo tra i disillusi in fila con tanti come noi.”

Su Pierre Ruiz

“Pierre è stato un grande uomo, una persona che ha lasciato il segno ovunque sia passato. Ha fatto del bene a tanti e molti artisti lo ricordano come produttore attento e appassionato con la sua etichetta il cui nome trovavo geniale, la Esordisco. Ora continuano la sua opera preziosa la moglie Paola e il figlio Antoine che ha un grande talento musicale. Ricordo quel concerto in memoria di Pierre Ruiz all’Auditorium, si toccava con mano l’emozione di tutti.”

Lo spettacolo

Giorgio Gaber autotune sì o no, poco cambia sulla qualità dell’artista che Marcorè racconterà, con tutta la passione possibile, questa sera alle 21 presso il Laghetto di Villa Ada a Roma. Il “Concerto per il Signor G” è uno spettacolo tra musica e teatro con cui il Neri nazionale s’impegna a riportare in scena tutta la maestria del grande amico di Adriano Celentano. A trent’anni dalla sua scomparsa, attraverso testi scritti insieme a Sandro Luporini, lo show alterna musica a parole, con la presenza di una band e un pubblico che spettacolo dopo spettacolo non perde l’occasione di rivivere il grande cantautorato italiano.

Ascolta qui il podcast dell’intera intervista di Neri Marcorè:

https://www.radiocusanocampus.it/it/neri-marcore-concerto-su-giorgio-gaber-a-villa-ada

Giorgio Gaber autotune