Ogni anno, e più precisamente tra i mesi di settembre e novembre, il costo del canone Rai torna a essere un tema centrale di attualità politica. Tra chi spera che venga abolito e chi auspica una sua riduzione o riformulazione, alla fine la tassa su quello che era il servizio pubblico e che poi, nel corso degli ultimi anni, è stata applicata a qualcos’altro, continua a far discutere. Anche quest’anno, la controversia che ha avvolto il canone Rai per il 2024 non è mancata di diventare un tema caldo nel panorama politico e mediatico italiano.
Costo del canone Rai: modifiche in arrivo nel 2024?
Da sempre, il canone Rai è stato visto come un gravoso obbligo fiscale per i cittadini italiani. Definito come una sorta di tassa, è dovuto da chiunque possieda un apparecchio televisivo. Tuttavia, si stanno prefigurando significativi cambiamenti per il 2024 che potrebbero influenzare il modo in cui vediamo e paghiamo questo canone.
Retrocedendo nel tempo, possiamo notare che a partire dal 2016 il canone viene riscosso tramite la bolletta dell’energia elettrica. Questa pratica, tuttavia, subirà un mutamento nel 2024. Infatti, si sarebbe deciso di staccare il Canone Rai dalla bolletta elettrica, rendendolo una voce di pagamento separata. Una mossa dettata dalle esigenze di adeguamento alle normative europee riguardanti il mercato libero dell’energia.
Inoltre, vi sono voci contrapposte sul prossimo destino di questo abbonamento: mentre alcuni credono in un suo imminente aumento, altri vedono un possibile declino fino alla sua completa abolizione nell’arco di cinque anni, supportati da proposte legislative emerse dal panorama politico.
Come potrebbe cambiare il costo del canone Rai nel 2024
Se fino al 2023 il Canone Rai veniva applicato direttamente alla bolletta elettrica, facilitando il suo pagamento e cercando di limitare le evasioni, per il 2024 ci potrebbero quindi essere delle sorprese. La somma da pagare potrebbe essere ridotta rispetto al totale attuale di 90 euro. Ci sono infatti voci che indicano una volontà di riduzione graduale del canone, con una diminuzione annuale del 20%. Ciò significherebbe una cifra di 72 euro nel 2024, che continuerebbe a diminuire negli anni successivi, mirando a una sua eventuale abolizione.
Tuttavia, è meglio prendere queste voci con le pinze: il canone Rai, così come il bollo auto, ogni autunno rischia l’abolizione, per poi risorgere a nuova vita a Legge di Bilancio fatta.
Obiettivo: contrastare l’evasione fiscale
La lotta all’evasione fiscale associata al Canone Rai è uno degli obiettivi cardine del Governo Meloni. Nel tentativo di rendere la riscossione più equa e efficiente, sono in cantiere nuove strategie per assicurare un flusso di entrate costante. Nonostante le novità, una cosa è certa: chi ha finora beneficiato di esenzioni continuerà a godere di queste agevolazioni anche nel 2024.
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Chi è esentato dal pagamento del canone Rai
In passato, chi possedeva un televisore poteva evitare il pagamento del Canone Rai tramite un processo di sigillatura dell’apparecchio. Oggi, la prassi richiede un’autocertificazione, una dichiarazione personale in cui il cittadino si impegna a rispettare la verità. Questa può essere inoltrata attraverso diversi canali, tra cui il sito dell’Agenzia delle Entrate, intermediari qualificati o inviando una comunicazione telematica certificata. Una cosa è fondamentale ricordare: la riconferma di tale esenzione va effettuata annualmente.
Altri cambiamenti in vista nel 2024
La televisione pubblica italiana potrebbe andare incontro a una metamorfosi importante del suo ruolo e della sua identità. La Rai potrebbe infatti evolversi in una Digital Media Company, cambiando radicalmente la produzione, la distribuzione dei contenuti e il sistema di riscossione del canone. Questo nuovo corso rappresenterebbe un avanzamento sostanziale per il settore mediatico italiano, spingendo verso una digitalizzazione più marcata e creando nuove prospettive di sviluppo.
Inoltre, c’è da valutare anche l’adeguamento alle normative europee, che porterà inevitabilmente a una modifica del sistema di riscossione della tassa, nonché a una possibile riduzione del costo del canone Rai, voce quest’ultima da prendere con la dovuta cautela, perché ritorna praticamente ogni anno.