A oltre tre mesi dalla scomparsa della piccola Kata a Firenze gli inquirenti torneranno a cercare la bambina di 5 anni dove è tutto iniziato: nelle stanze dell’ex hotel Astor, l’edificio occupato di via Maragliano in cui la bambina viveva insieme alla famiglia di origine peruviana ed è stata avvistata per l’ultima volta il 10 giugno scorso. Degli accertamenti tecnico-scientifici si occuperà il genetista Ugo Ricci, che dovrà analizzare i lavandini di alcuni bagni dello stabile e dei borsoni per capire se vi siano tracce di sangue e, nel caso, se siano compatibili con quelle della bimba.
Kata scomparsa a Firenze, al via gli esami per cercare in Dna della bambina
L’esperto, noto per aver analizzato i reperti dei delitti del mostro di Firenze, dovrà passare al setaccio le tracce biologiche rinvenute nelle stanze 104, 201 e 203 dell’ex hotel di via Maragliano (dove Kata e i suoi familiari vivevano) e sui borsoni sequestrati a tre degli indagati per il rapimento. Borsoni con cui questi ultimi sarebbero stati visti uscire dall’edificio proprio il giorno della sparizione della bambina e che, vista la loro grandezza, avrebbero potuto nasconderne il corpo.
Se le tracce analizzate risulteranno essere sangue, saranno allora comparate con il Dna di Kata. I risultati dovrebbero arrivare entro dieci giorni. Nel frattempo gli inquirenti torneranno a scandagliare l’ex hotel, questa volta con l’aiuto dei cosiddetti “cacciatori di Calabria”, il corpo speciale dell’Arma solitamente impiegato per la ricerca dei latitanti. L’obiettivo è capire se, nel corso delle passate perlustrazioni, sia stato tralasciato qualcosa. Ed escludere una volta per tutte che la bimba si trovi ancora all’interno dell’hotel.
Le persone indagate per la vicenda al momento sono cinque: oltre ai tre ex occupanti dello stabile avvistati con trolley e valigie il 10 giugno, anche Abel e Marlon, lo zio materno e quello paterno della bambina. Il primo è da poco finito in manette nell’ambito delle indagini riguardanti il racket degli affitti dell’ex hotel, per aver preso parte a una violenta aggressione costata quasi la vita a un cittadino ecuadoregno. Il secondo, in carcere per droga, è detenuto in Perù e compare nell’elenco delle 13 persone che la Procura fiorentina – attraverso una rogatoria – ha chiesto di poter ascoltare perché potenzialmente informate dei fatti.
L’ipotesi dello scambio di persona
Nel suo stesso istituto penitenziario ci sarebbe anche un narcotrafficante peruviano arrestato lo scorso anno a Firenze. La storia dell’uomo, secondo chi indaga, potrebbe essere legata a quella della sparizione della bambina: è possibile che i sequestratori di Kata avessero come bersaglio, in realtà, la figlia della donna che viveva con lui e che, da poco, si era trasferita proprio all’ex hotel.
Il tutto perché non sarebbe riuscito a pagare i debiti che aveva con coloro che gli avevano ceduto la droga poi sottoposta a sequestro dalla polizia. Per ora è l’ipotesi più accreditata. E farebbe pensare che Kata, una volta rapita, sia stata portata fuori dallo stabile. Dove non è chiaro. I genitori sperano solo che sia ancora viva e ai microfoni che li hanno intercettati qualche giorno fa avevano detto di avere fiducia nei rispettivi fratelli e di pensare che abbiano detto tutta la verità.
Con il passare del tempo però i contorni della vicenda continuano a farsi sempre meno chiari. E gli interrogativi rimasti aperti sono molti. L’augurio è che almeno i nuovi accertamenti possano indicare la strada da seguire, facendo chiarezza sul ruolo delle persone iscritte nel registro degli indagati.