La proposta di legge a nome di un fedelissimo di Bonaccini, il deputato Andrea De Maria, sulle politiche proibizioniste rischia di creare una gran confusione all’interno del Partito Democratico.

Legge proibizionista dal PD di Bonaccini

La notizia riportata da la Repubblica parla di una proposta di Andrea De Maria, responsabile della corrente appena nominato a capo dell’organizzazione di minoranza, Energia Popolare, che fa capo a Stefano Bonaccini.

Un’idea per un nuovo proibizionismo che chiede pene più severe per la detenzione di stupefacenti, perfino “per casi di lieve entità”. Una proposta che sembra arrivi direttamente dalla Lega o da Fratelli d’Italia, e non certo da un esponente di rilievo del Partito Democratico.

La proposta vorrebbe portare “da due a sei anni”, anziché “da sei mesi a quattro anni” come previsto oggi. L’obiettivo è “dare la possibilità al giudice di valutare opportunamente l’applicazione della custodia cautelare in carcere, attualmente preclusa dall’entità della pena edittale.

Con la sola conseguenza di aumentare le persone detenute, in un sistema carcerario già in forte difficoltà e pieno di detenuti condannati o in attesa di giudizio per reati legati allo spaccio di droga.

La segretaria Schlein invece è da sempre collocata su posizioni di legalizzazione dei derivati della cannabis, oltre che per riscrivere la legge Fini-Giovanardi.

Secondo le prime indiscrezioni la nuova proposta di legge si avvicina invece alle politiche proibizioniste tanto care alla destra e chiederebbe pene anche per i consumatori e per i casi di lieve entità di possesso.

La legge poi vorrebbe equiparare tutte le droghe, portando indietro tutti i progressi che sono stati fatti per l’educazione alle sostanze. Facendo del sistema italiano tra i più stringenti nell’intero panorama degli stati occidentali.

Il PD di Bonaccini vira a destra

Non è un caso che tale proposta arrivi dalla corrente del presidente dell’Emilia Romagna, molte volte infatti Bonaccini per attirare l’attenzione politica ha cercato di andare contro al proprio partito. Cambiando poi velocemente idea per ragioni di opportunità politica, ribadendo la sua vicinanza alla sua ex vice presidente .

Se questo tipo di idee proibizioniste dovessero passare, per il Pd sarebbe un caso clamoroso. Suggerendo, se ancora ci fossero dubbi, come molti iscritti invece di remare insieme, cercano modi e toni per minare la leadership della segretaria Schlein.

Bonaccini con la sua corrente, appare proprio come il più vicino e nello stesso tempo il più ambiguo dei dirigenti nei confronti della segreteria. Il buon presidente dell’Emilia Romagna più volte si è dimostrato distante dalle idee del Partito Democratico, come più volte ha dato l’impressione di aver pronta in faretra una frecciata per la Schlein.

Anzi, spesso si è rivelato come un vero e proprio avversario interno al nuovo corso, un po’ come quando disse che “Elly non aveva bisogno di difese”. Insomma a sinistra siamo alle solite, non litigavano da un po’, ma proprio quando sembra che tutto stia andando verso una direzione comune, ecco che arriva l’amico pronto a spostare la carta che regge il castello.

Magi (+Europa): “Neanche il governo è arrivato a questo”

Il primo a prendere una posizione contraria a questa proposta di una parte delle opposizioni è Riccardo Magi, segretario di +Europa. Il deputato è da sempre in prima linea nella battaglia sulla legalizzazione.

“Non è solo stupefacente ma anche politicamente molto grave che da un esponente del Pd arrivi una proposta di modifica della legge sugli stupefacenti che è persino peggiore di quelle proposte recentemente dal governo. In questo modo di fatto si elimina la lieve entità per le sostanze cosiddette leggere. È l’opposto di quello che servirebbe fare, se si considera che già oggi in 7 casi su 10 per lieve entità si finisce in carcere, ma è anche l’opposto di quello che il Pd ha sostenuto nella scorsa legislatura votando in commissione per la mia proposta che toccava proprio questo punto”