Rudi Garcia-esonero? Difficile, ma non impossibile. Se prima l’eredità di Luciano Spalletti era un masso pesante, adesso rischia di diventare un’onda anomala capace di travolgere aspettative che ad oggi non si sono realizzate. Il tecnico francese deve far fronte a malumori nati dopo la sconfitta contro la Lazio, e che si sono confermati dopo il pareggio per 2-2 contro il Genoa. Troppo brutta per essere vera, lontana dalla macchina perfetta della scorsa stagione, dove il punto strappato dal Marassi è arrivato solo grazie alle individualità e non grazie ad un sistema corale. Ed ecco che i malumori si stanno già palesando: i tifosi sono già stufi, la società attende, ma chiede una reazione immediata. Ad oggi l’esonero non è contemplato, ma se l’andazzo dovesse essere questo non è escluso che il presidente Aurelio De Laurentiis possa decidere di cambiare in corsa.
Quando il gioco diventa non gioco
Il binomio Rudi Garcia-esonero nasce dall’azzeramento totale del passato. Che stona con le parole del tecnico francese durante la presentazione del 19 giugno scorso: “Io non rivoluziono“. Eppure la realtà dei fatti rispecchia altro: la squadra è slegata, come se fosse alla ricerca di se stessa, nel momento di difficoltà prova a tornare indietro nel tempo spallettiano ma immediatamente viene fermata da Garcia che chiede altro. L’esempio del distacco dal passato è Lobotka: lo slovacco non è più il fulcro del gioco, l’obiettivo è rendere partecipi tutti, ma in questo modo la squadra non riesce ad avere un’idea chiara sul da farsi perchè mancano punti di riferimento per poter partire con idee ragionate.
Inevitabilmente questo si rifletto sulle sicurezze della squadra: in difesa si balla, gli avversari riescono a penetrare facilmente perchè in mezzo non c’è abbastanza filtro, mentre in attacco arrivano pochi palloni disponibili per Osimhen che ancora non è riuscito a trovare la via della rete con la consueta continuità. Anche Kvaratskhelia è rimasto coi giri contati, con il georgiano che spesso e volentieri deve abbassare il proprio baricentro per toccare più palloni, ma davanti non è il solito fattore. I risultati ci sono, ma ad oggi sono in negativo.
Garcia a rischio esonero, i nomi a disposizione
E questo non è sfuggito ai tifosi, che se prima erano preoccupati, adesso chiedono già la testa dell’allenatore a suon di #Garciaout per mezzo social. Vogliono evitare una stagione complicata, ecco perchè secondo loro mandare via Garcia adesso permetterebbe di essere ancora in tempo a sistemare le cose. Non la pensa così la dirigenza: De Laurentiis ha puntato forte sul tecnico, ma è chiaro che Rudi non ha tutto il tempo del mondo a disposizione.
Se la situazione non dovesse cambiare, la parola esonero non sarebbe più follia, e di nomi importanti ce ne sono: è il caso di Julian Nagelsmann, già finito in orbita Napoli durante il casting estivo, oppure quello di Ole Gunn Soslkjaer, che dopo l’esperienza col Manchester United è alla ricerca di una nuova sistemazione. Tra i tanti ci sono anche nomi a cinque stelle come Zinedine Zidane, che tanto bene ha fatto al Real Madrid, solo che l’alto ingaggio frenerebbe sul nascere una possibile trattativa. Stesso discorso con Joachim Loew, campione del mondo con la Germania nel 2014.
E in Italia? Il nome forte è quello di Antonio Conte, ma qui il discorso verte sul piano tecnico: con il salentino in panchina la squadra si distaccherebbe dal gioco spettacolo e che ADL pretende, si punterebbe su un calcio più pragmatico . C’è anche un remota possibilità traghettatore e da questo punto di vista i nomi sarebbero quelli di Ivan Tudor e Vincenzo Montella, per poi buttarsi alla ricerca del nome forte per la stagione 2024/2025, anche se ad oggi questa sembra essere la soluzione più remota.
Pensieri, possibilità, che ad oggi il Napoli non vuole prendere in considerazione. Avanti tutta con Garcia ma la richiesta è chiara: si deve cambiare, e in fretta. Altrimenti la chiesa rischia di non rimanere al centro del villaggio.