Ha dichiarato di pensare solo alla piccola Laura, Oscar Del Dò, il pilota di 35 anni che venerdì scorso si trovava al comando dell’aereo delle Frecce Tricolori caduto poco dopo il decollo dall’aeroporto di Caselle a Torino e andato a schiantarsi contro l’auto della famiglia della vittima. La bambina, di 5 anni, non ce l’ha fatta: era rimasta incastrata tra le lamiere della vettura. Si sono salvati, invece, il papà, la mamma e il fratello maggiore, di 12, ancora ricoverato ma non in pericolo di vita.

Aereo delle Frecce Tricolori caduto a Torino, ancora sotto shock il pilota Oscar Del Dò

Da quando ha appreso che la bimba non ce l’ha fatta l’uomo non si dà pace e ai colleghi che negli scorsi giorni gli hanno fatto visita ha continuato a ripetere di aver fatto tutto il possibile. Venerdì scorso era da poco decollato a bordo del suo Mb-339 quando, a causa di un probabile birdstrike, aveva perso quota, gettandosi con il paracadute e indirizzando il muso del velivolo verso una zona disabitata nel tentativo di minimizzare i danni dello schianto che di lì a poco si sarebbe verificato.

Non poteva sapere che l’incendio provocato dal violento impatto dell’aereo con il terreno avrebbe coinvolto l’auto di una famiglia, risultando fatale alla bambina. Non poteva saperlo neanche il papà che, come il pilota – iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di disastro aereo e omicidio colposo (un atto dovuto) – continua a chiedersi cosa avrebbe potuto fare per salvare la vita di sua figlia.

Le parole del papà della piccola Laura e le condizioni di salute della mamma e del fratello

Dove ho sbagliato? Che cosa altro avrei potuto fare? Cosa?

È ciò che Paolo Origliasso, 49 anni, si ripete ormai da giorni. Venerdì scorso si trovava alla guida della Ford Fiesta rimasta coinvolta nell’incidente di Caselle e in tutti i modi, dopo l’impatto, avrebbe provato a mettere in salvo i suoi due bambini: Laura, 5 anni, e il fratello, 12 anni. Il maggiore si è salvato: è ricoverato presso l’ospedale Regina Margherita e, nonostante le ustioni riportate (sul 30% del corpo, secondo i medici), non sarebbe in pericolo di vita. La piccola, invece, non ce l’ha fatta.

Non sono riuscito a slegarla, ho tentato di sganciare il seggiolino, ma non ci sono riuscito. Ci ho provato fino all’ultimo,

racconta, sotto shock, il papà, dimesso ieri dal Cto di Torino. Sua moglie, Veronica Vernetto, 41 anni, è ricoverata nel reparto di Chirurgia plastica dello stesso ospedale: anche lei ha riportato varie ustioni, ma starebbe bene.

I messaggi di cordoglio per la vittima e gli accertamenti sull’incidente

Il pensiero di tutti è per la piccola deceduta,

una bambina gioiosa che sapeva stare con gli altri bambini,

racconta il parroco don Alessio Toniolo al Corriere della Sera. È solo una delle tante persone che oggi hanno voluto ricordarla. Intanto gli inquirenti lavorano senza sosta per cercare di ricostruire gli attimi precedenti al sinistro. Sulle modalità dell’impatto, invece, si hanno pochi dubbi: cadendo la coda dell’aereo avrebbe centrato in pieno la fiancata dell’auto della famiglia, sbalzandola in un campo di mais.

Subito dopo la vettura avrebbe preso fuoco. Il tutto in pochi minuti. A quel punto Del Dò, resosi conto della situazione, si era già messo in salvo. Non prima però di aver praticato tutte le procedure previste in simili casi di emergenza. Di più, secondo gli esperti di volo, non avrebbe potuto fare.

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