Più di 90 mila farmaci tenuti in casa. Le Fiamme Gialle del gruppo di Frattamaggiore hanno intercettato e seguito due pacchi provenienti dall’est Europa fino all’hinterland partenopeo, fino ad arrivare ai loro destinatari: due personal trainer – residenti tra Casoria e Afragola – gestori di una palestra a Napoli. Tramite una perquisizione domiciliare sono stati sequestrate 90.515 confezioni di farmaci dopanti e dannosi per la salute.
Sequestrati farmaci dopanti a Napoli: tra i vari anabolizzanti anche il GH, “Growth Hormone” da 500 euro a confezione
Non finisce qua: la maggior parte dei farmaci rinvenuti è inserita nella lista delle sostanze vietate stilata dalla World Anti-Doping Agency (WADA), perché estremamente pericolose per il corpo umano. La lista è un vero e proprio Codice Mondiale Anti-doping. I farmaci dopanti catalizzano infatti l’ipertrofia muscolare, alterando i normali processi ormonali di chi li assume, e favorendo l’insorgere di gravi effetti collaterali: si sprecano i casi di disfunzioni cardiovascolari, danni al fegato, gravi forme di acne e persino disturbi del comportamento, con rischi di aggressività e violenza.
Il mercato illegale nel quale questi prodotti vengono rivenduti consiste solitamente in gare di bodybuilding o altri eventi sportivi: il bottino sequestrato dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza ammonterebbe a circa 1 milione di euro. I due personal trainer erano sprovvisti di autorizzazione all’immissione in commercio in Italia: mancanza aggravata dai potenziali danni per la salute su bodybuilder inconsapevoli. Numerosi sono stati i casi di denunce simili in palestre in tutt’Italia dal 2020 ad oggi.
Recentemente nel mondo dello sport aveva già fatto scalpore la notizia su Pogba, sempre relazionata al doping. Un’usanza malsana che esiste da migliaia di anni, fin dall’Antica Grecia, in cui sono testimoniati utilizzi di funghi allucinogeni durante le Olimpiadi a partire dal 660 a.C. L’evoluzione della farmacologia contemporanea ha portato allo sviluppo di sostanze ben più pericolose e potenzialmente letali – a partire dal Trimetil, primo agente dopante ufficialmente responsabile della morte di un atleta, il ciclista Linton, nel 1896.