Durante la seconda metà del XIX secolo, il mondo sperimentò una crisi economica profonda conosciuta come la Grande Depressione del XIX secolo o la Lunga Depressione, o Panico del 1873. Questa crisi, che ebbe origine a Vienna nel 1873, travolse anche gli Stati Uniti, interrompendo un periodo di crescita economica accelerata propulsata dalla Seconda Rivoluzione Industriale. Fu la prima volta che si parlò effettivamente di crisi economica.
Il Panico del 1873 dopo la Seconda Rivoluzione Industriale: la crisi che cambiò tutto
Il XIX secolo fu segnato dalla Seconda Rivoluzione Industriale. Nuove scoperte e avanzamenti tecnologici stimolarono la crescita industriale, portando a radicali cambiamenti nella struttura economica e sociale delle nazioni occidentali. Questo fu un periodo caratterizzato da acciaio di qualità superiore, illuminazione elettrica e nuove invenzioni che contribuirono all’espansione demografica e allo sviluppo urbano.
Nel 1873, l’euforia economica ebbe una brusca frenata. La crisi finanziaria iniziata a Vienna si diffuse rapidamente, colpendo particolarmente settori come le ferrovie, l’edilizia e i prodotti primari. L’effetto dominò su banche, imprese e l’intero sistema economico.
La Guerra Franco-Prussiana e le sue conseguenze
La guerra franco-prussiana del 1870-71 fu un altro elemento che contribuì alla crisi. La Germania, dopo la sua vittoria, richiese ingenti riparazioni di guerra dalla Francia. Questo afflusso di capitali portò a un’euforia di investimenti in Germania. Tuttavia, la bolla scoppiò quando la Borsa di Vienna collassò nel 1873.
Le reazioni al Panico del 1873
In risposta alla crisi, molte nazioni adottarono misure protezionistiche per proteggere le proprie economie, un fatto rappresentò un cambiamento radicale dal periodo precedente, dominato dal libero scambio. Nonostante ciò, la globalizzazione del commercio e dei capitali continuò inesorabilmente.
I benefici della Seconda Rivoluzione Industriale e le correnti di pensiero
I benefici della Seconda Rivoluzione Industriale, infatti, non furono solo economici. Nuove scoperte nel campo chimico, medico e farmaceutico portarono a notevoli progressi in termini di alimentazione e salute, alimentando una crescita demografica significativa. La trasformazione economica ha anche portato a cambiamenti profondi nel tessuto sociale, con l’emergere di magnati come J.D. Rockefeller e una crescente classe di lavoratori salariati.
L’inizio della crisi economica del 1873: dagli Europa agli Stati Uniti
Nella società borghese europea del XIX secolo, un’onda di ottimismo pervadeva. I principali pensieri filosofici, come il positivismo, erano certi che non ci fossero barriere al progresso scientifico ed economico. Gli esperti economici dell’epoca, influenzati dalla scuola liberista, erano convinti che il mercato avesse la capacità di autoregolarsi, rendendo superflue qualsiasi restrizione esterna.
Nonostante l’ottimismo dominante, alcune correnti di pensiero, come quella marxista, suggerivano che il capitalismo avrebbe inevitabilmente affrontato crisi cicliche dovute alla sua natura intrinseca.
Il 1873 fu un anno critico per l’economia mondiale. L’Europa fu scossa da un’ondata di vendite nell’arena borsistica di Vienna, causata da paure diffuse di perdite finanziarie. Poco tempo dopo, negli Stati Uniti, la rinomata banca Jay Cooke & Company andò in bancarotta, scatenando il panico del 1873. Questa instabilità economica colpì presto le principali potenze mondiali, come Gran Bretagna, Francia e Germania.
Le conseguenze economiche del Panico del 1873
Le implicazioni di questa crisi furono profonde e multiformi:
- Crisi industriale: le fabbriche producevano più di quanto il mercato potesse assorbire, portando a una caduta drastica dei prezzi.
- Crisi agraria: le innovazioni nel settore agricolo e trasporti più efficienti introdussero sul mercato europeo prodotti a prezzi più bassi provenienti da paesi come gli Stati Uniti, causando sconvolgimenti nel settore agricolo europeo.
- Deflazione: la domanda insufficiente portò a una diminuzione dei prezzi che durò per decenni, mettendo ulteriormente pressione sull’economia.
- Migrazioni: l’instabilità economica causò grandi migrazioni, sia tra paesi che internamente, con persone che cercavano opportunità migliori in città o all’estero.
Dal Panico del 1873 alle crisi economiche attuali
Le crisi economiche come quella del 1873, del 1929 e del 2008 sono spesso viste in relazione tra loro. Ogni crisi offre lezioni preziose che possono essere applicate per comprendere e, sperabilmente, prevenire future calamità economiche.
La crisi del 1873 fu la prima vera manifestazione di un ciclo economico moderno, contrassegnato da periodi di crescita seguiti da recessione. Mentre in passato le crisi erano spesso legate a carestie, questa particolare crisi era caratterizzata da una sovrapproduzione.
Tuttavia, mentre una volta si credeva che la Grande Depressione fosse stata una crisi devastante, molti storici ed economisti moderni la vedono ora come un periodo di adattamento e di trasformazione dell’economia globale. Più che una crisi completa, ora è considerata più una risposta ai cambiamenti rapidi e profondi portati dalla Seconda Rivoluzione Industriale.
Cosa successe dopo
Il periodo tra il 1830 e il 1890 vide un marcato aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL) delle potenze europee industrializzate. Questa crescita, apparentemente continua, celava però problematiche profonde.
Nonostante l’industrializzazione e la costruzione di reti ferroviarie, si evidenziava una scarsa propensione ai consumi. In risposta alla crisi, le aziende intrapresero azioni che cambiarono radicalmente l’economia. Nacque il capitalismo organizzato, in cui gli imprenditori riconoscevano il ruolo dell’intervento statale nell’economia. I governi, per proteggere le loro economie, eressero barriere doganali e assunsero un ruolo attivo come consumatori attraverso commesse pubbliche.
Un’altra conseguenza fu l’emergere di monopoli, sia privati che pubblici, per ridurre la concorrenza. Questa tendenza alla centralizzazione portò anche a un cambiamento nel rapporto tra industrie e banche, dando origine alla “banca mista“. A livello politico, si credeva che l’espansione coloniale potesse risolvere la crisi di sovrapproduzione, ma i paesi colonizzati fornirono principalmente risorse piuttosto che mercati per i beni. Dopo il 1895, l’economia si riprese e iniziò la Belle Époque.
Tuttavia, il capitalismo si era trasformato, spostando l’enfasi dal liberalismo al protezionismo, con la nascita di trust industriali e l’intensificarsi della competizione tra nazioni, preparando il terreno per la Prima Guerra Mondiale.