L’emergenza migranti nel Mediterraneo ha ormai oltrepassato i confini del mare nostrum.

La visita a Lampedusa della presidente della commissione von der Leyen ha segnato, come sottolineato dalla premier Meloni, una presa di “responsabilità di tutta l’Unione Europea verso se stessa”.

L’Europa è unita sui migranti?

Una visita veloce ma anche efficace come dimostrato dalle reazioni più o meno composte dei vari governi europei coinvolti politicamente.

Se i tedeschi si sono subito dimostrati attenti nel cambiare idea riguardo alla redistribuzione, rispondendo anche in maniera positiva ad un possibile rafforzamento della sorveglianza aerea e navale sul canale di Sicilia.

Non è molto chiaro il pensiero del resto dell’unione, il blocco di Visegard e altri paesi come l’Olanda continuano a non esprimersi nei riguardi del problema.

Mentre la Francia ha provato ad aprire un dialogo, ma tra noi e i transalpini i rapporti diplomatici vivono in una sorta di turbine in cui si litiga e si fa la pace con la stessa velocità con cui si viene sollevati e calati giù da una giostra al luna park.

Tra gli screzi su Ustica e le provocazioni della Le Pen a Pontida, oltre ai rapporti di amore e odio tra i ministri dei due paesi, l’asse Roma Parigi fatica a concedersi una possibilità.

Anche perché le politiche di respingimento dei francesi ai confini con l’Italia non agevolano certo un dialogo sincero tra i due esecutivi.

Per la von der Leyen la soluzione è in dieci punti

Dove non arrivano gli stati e i governi, ecco che arriva la tedesca di ferro. Quella presidente della commissione europea Ursula von der Leyen che da capo dell’esecutivo comunitario ha dato vita ad un elenco di azioni pragmatiche, da cui l’Europa non può più prescindere per il controllo dei suoi confini.

Il piano di “azioni immediate” in 10 punti per l’emergenza migranti prevede diverse cose, dal supporto di Frontex e delle altre strutture europee per i rimpatri, per i pattugliamenti e la lotta ai trafficanti, al rafforzamento della sorveglianza in mare e riflessione sull’ipotesi di nuove missioni.

Oltre che una creazione di corridoi umanitari per dare delle alternative reali agli arrivi illegali. Inoltre la presidente ha pensato bene di inserire anche un piano di aiuto alla Tunisia cosa che proprio quella parte silente d’Europa non vuole attuare.

  1. Il punto di partenza è il rafforzamento dell’agenzia Frontex, l’agenzia per l’asilo e altri soggetti. Agevolare il sistema di monitoraggio ma anche di registrazione e analisi dati.
  2. Il secondo passo è l’intensificazione del trasferimento dei migranti da Lampedusa verso altre destinazioni, sollecitando i Paesi membri ad attivare il meccanismo volontario di solidarietà per accoglierli.
  3. Rafforzare i rapporti con i paesi di origine intensificando e dando potere all’agenzia Frontex per i rimpatri.
  4.  Aumento delle azioni per la lotta contro i trafficanti anche attraverso un rafforzamento della normativa e una maggiore collaborazione con i Paesi di origine e transito.
  5. Intensificare le missioni di safe and rescue in corso valutando l’introduzione di nuove missioni anche navali come Sophia o Mare Nostrum.
  6. Distruggere e sequestrare le barche dei trafficanti, iniziare un percorso serio di contrasto alla logistica dei trafficanti.
  7. Agevolare attraverso la macchina dell’Agenzia Ue per l’asilo, il lavoro delle autorità italiane nel riconoscimento e ricollocamento dei migranti, con asilo o rispediti nei paesi di origine.
  8.  Offrire alternative valide alle rotte illegali attraverso il rafforzamento dei corridoi umanitari, aprire nuovi piani di ingresso legale in vari paesi dell’unione.
  9.  Rafforzare la collaborazione con le agenzie Onu (Unhcr e Oim) per garantire sempre la protezione dei migranti anche durante i ritorni assistiti.
  10. Trovare al più presto un accordo concreto con la Tunisia per una collaborazione reale e basata sul memorandum già firmato per la lotta al traffico di migranti. Arrivare anche allo sblocco dei fondi messi a disposizione dall’Ue.