Opzione Donna e Ape Sociale nella mini riforma delle pensioni del 2024? In un’epoca di aumento dei beni e servizi che gravitano attorno a cifre “impazzite”, dal declino dello Stato assistenzialista al sistema previdenziale vintage con la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata, con i requisiti congelati fino al 2026, si chiede al governo Meloni di fare un passo avanti su Opzione Donna e Ape Sociale, e sicuramente questa non è una cosa di poco conto.
La riforma delle pensioni vera e propria non sarà realizzata nel breve periodo; la strada previdenziale intrapresa dall’Esecutivo porta a interventi mirati sui lavoratori prossimi alla pensione e al rinnovo di alcune delle misure in scadenza il 31 dicembre 2023. La prossima Manovra finanziaria comprenderà diversi interventi, inclusi quelli previdenziali. Per il governo Meloni l’autunno non sarà “caldo”, manterrà alto l’indice della prudenza e della cautela. Analizziamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare per la pensione donna e l’anticipo pensioni.
Pensioni Opzione donna e Ape sociale 2024
La riforma delle pensioni nel 2024 non conterrà nessuna delle misure annunciate in sede elettorale. Quota 41 per tutti è saltata, e non sarà attivata un’opzione più flessibile a vantaggio dei lavoratori; le penalità su alcune misure restano, e non si potrà evitare il “ritorno” della legge Fornero.
Si racconta del rinnovo della Quota 103 per il 2024 con 62 anni di età e un accumulo contributivo di 41 anni, tra altre condizioni. Non è tutto.
Si parla anche della pensione part-time, che dovrebbe coinvolgere i lavoratori prossimi alla pensione. Per i pensionandi, ci saranno meno ore di lavoro e un ruolo da tutor per i neo-assunti under 35.
Cambierà il futuro delle pensioni in Italia, intrecciando pensioni e assunzioni. Sicuramente, un approccio innovativo che viene adattato al sistema previdenziale italiano. Tuttavia, resta da capire quali cambiamenti potrebbero essere introdotti per Opzione Donna e Ape Sociale.
In questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza sulle principali caratteristiche delle due misure e le ultime novità in vista della mini riforma delle pensioni.
Chi può andare in pensione nel 2024 con Opzione donna?
Le parti sociali hanno richiesto al governo Meloni di abolire i requisiti introdotti nel 2023 su Opzione Donna. Si punta a tornare alla ‘vecchia’ pensione anticipata Opzione Donna.
Questo permetterebbe alle lavoratrici di ritirarsi dal mondo del lavoro dopo aver maturato 35 anni di contributi e raggiunto almeno 58 o 59 anni di età (dipendenti e autonome) entro il 31 dicembre 2023.
Tuttavia, non è detto che queste richieste vengano considerate, soprattutto considerato che le modifiche alla misura sono state introdotte proprio a causa delle risorse limitate.
Cosa prevede Opzione donna nel 2023?
Con la legge di Bilancio 2023, la pensione anticipata donna è stata oggetto di rinnovo per l’anno in corso. Allo stesso tempo, sono stati introdotti ulteriori requisiti che limitano l’accesso alla misura Opzione Donna solo alle lavoratrici inserite nell’elenco delle meritevoli di tutela (caregiver, disoccupate o invalide). Inoltre, il requisito anagrafico è salito a 60 anni, con possibilità di riduzione a 59 o 58 anni di età se la lavoratrice ha uno, due o più figli.
Chi ha diritto alla pensione Ape sociale?
L’anticipo pensionistico Ape sociale scade il 31 dicembre 2023 e richiede 63 anni di età e un’anzianità contributiva di 30 anni di versamenti, con variazione a 32 o 36 anni in base alla categoria dei lavoratori meritevoli di tutela.
Quanti soldi si prende con l’Ape sociale?
L’indennità Ape sociale permette di ricevere un assegno mensile pari alla rata mensile della pensione, calcolata all’atto della richiesta di ammissione al beneficio. L’INPS per questo trattamento riconosce un importo fino a 1.500 euro mensili.
L’indennità spetta per 12 mensilità fino al perfezionamento dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario.
Opzione Donna o Ape Sociale: quale misura per le donne?
La nuova Opzione Donna introdotta nel 2023 contiene delle caratteristiche che si avvicinano molto all’anticipo pensionistico Ape Sociale. L’introduzione di nuovi criteri nella pensione donna ha fatto pensare da subito a un passaggio graduale nell’anticipo pensionistico.
La prima differenza tra le due misure riguarda il limite anagrafico e contributivo. Infatti, per Opzione Donna servono 60 anni di età e 35 anni di contributi, mentre per l’Ape Sociale sono necessari 63 anni di età e almeno 30 anni di versamenti.
L’altro aspetto, forse quello più significativo, è che Opzione Donna è una pensione anticipata, mentre l’anticipo pensionistico è un’indennità che accompagna alla pensione.
Ora la domanda che molte lettrici si pongono con queste condizioni è:
“Sarà ampliata la categoria dei beneficiari in Ape Sociale prevedendo le esodate di Opzione Donna?“
Alla fine, non è detto che Opzione Donna venga rinnovata, ma è possibile che venga semplicemente portata a conclusione entro la fine dell’anno.
In alternativa, nella mini riforma delle pensioni si potrebbe fare spazio alla pensione part-time per i lavoratori, con possibilità di ritirarsi a 63 anni di età. Una staffetta per garantire il ricambio generazionale. Tuttavia, non sono stati ancora chiariti i termini e le modalità.