L’emergenza migranti diventa centrale anche nel discorso di Papa Francesco che nel corso dell’Angelus ha espresso la sua posizione sul tema. Mentre è in corso l’incontro tra la premier Meloni e Ursula von der Leyen, il Sommo pontefice ha provato a rafforzare il concetto di gestione condivisa, invitando l’Europa ad affrontare la causa in maniera compatta.

Allo stesso tempo, Papa Francesco ha velatamente fatto capire che l’esigenza primaria riguarda proprio i migranti in quanto persone e, dunque, non vi deve esser spazio per egoismi e speculazioni di ragione politica:

Il fenomeno migratorio rappresenta una sfida non facile, come vediamo anche dalle cronache di questi giorni, ma che va affrontata insieme, in quanto essenziale per il futuro di tutti, che sarà prospero solo se costruito sulla fraternità, mettendo al primo posto la dignità umana, le persone concrete, soprattutto le più bisognose

L’Angelus di Papa Francesco: dai migranti al concetto di perdono

Non solo migranti nell’Angelus del papa che invece ha voluto estendere il proprio discorso anche al concetto di perdono. Bergoglio ha così espresso un lungo pensiero sottolineando l’importanza di perdonare in maniera incondizionata, sulla scia degli insegnamenti di Dio. Un invito rivolto a tutti, a partire anche dagli uomini di Chiesa che sono responsabili di esercitare una delle pratiche principali del cristianesimo, ossia per l’appunto la confessione:

Quando si perdona non si calcola, è bene perdonare tutto e sempre! proprio come fa Dio con noi, e come è chiamato a fare chi amministra il perdono di Dio: perdonare sempreIo questo lo dico tanto ai sacerdoti, ai confessori: perdonate sempre, come perdona Dio. Dio perdona in modo incalcolabile, eccedendo ogni misura. Lui è così, agisce per amore e per gratuità. Noi non possiamo ripagarlo ma, quando perdoniamo il fratello o la sorella, lo imitiamo.

Un esercizio, quello del perdono, che secondo Papa Francesco rappresenta “l’ossigeno che purifica l’aria inquinata dall’odio” ragion per cui va inteso come una pratica fatta in primis per stare meglio con sé stessi e che non dev’essere interpretata come una buona azione ma necessaria:

Perdonare non è dunque una buona azione che si può fare o non fare: perdonare è una condizione fondamentale per chi è cristiano. Ognuno di noi, infatti, è un “perdonato” o una “perdonata”: Dio ha dato la vita per noi e in nessun modo potremo compensare la sua misericordia, che egli non ritira mai dal cuore.

Infine, l’invito a tutti i fedeli a mettersi alla prova nel loro quotidiano attraverso un banale esercizio che possa abituarci all’idea del perdono:

Ognuno di noi pensi: io credo di aver ricevuto da Dio il dono di un perdono immenso? Avverto la gioia di sapere che lui è sempre pronto a perdonarmi quando cado, anche quando gli altri non lo fanno, anche quando nemmeno io riesco a perdonare me stesso? E poi: so perdonare a mia volta chi mi ha fatto del male?. A questo proposito, vorrei proporvi un piccolo esercizio: proviamo, adesso, ciascuno di noi, a pensare a una persona che ci ha ferito, e chiediamo al Signore la forza di perdonarla. E perdoniamola per amore del signore: ci farà bene, ci restituirà la pace nel cuore