Il crocifisso deve essere obbligatoriamente presente in scuole, carceri, ospedali, uffici pubblici, stazioni e aeroporti, secondo una proposta di legge ufficiale avanzata dalla Lega.
Crocifisso nelle scuole, la proposta di legge della Lega
La deputata della Lega, Simona Bordonali, è stata la prima firmataria della proposta di legge, che è stata depositata alla Camera. Il partito di Matteo Salvini ha così presentato questa disposizione (“Disposizioni riguardanti l’esposizione del crocifisso nelle scuole e negli uffici delle pubbliche amministrazioni”), prevedendo che il crocifisso sia reso obbligatorio non solo nelle scuole, ma anche in molti altri luoghi pubblici.
Nel testo di questa legge, si fa innanzitutto riferimento all‘immagine di Cristo, la cui esposizione nelle aule ha suscitato diverse polemiche negli ultimi anni.
L’immagine del Cristo rappresenta un valore universale della civiltà e della cultura cristiana, riconosciuto quale elemento essenziale e costitutivo e perciò irrinunciabile del patrimonio storico e civico-culturale dell’Italia. Cancellare i simboli della nostra identità collante indiscusso di una comunità, significa svuotare di significato i princìpi su cui si fonda la nostra società.
La proposta di legge è suddivisa in cinque articoli, con il secondo che fornisce una precisazione sulle finalità della proposta leghista:
La finalità della norma è quella di testimoniare, facendone conoscere i simboli, il permanente richiamo del Paese al proprio patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella civiltà e nella tradizione cristiana.
Tuttavia, la parte centrale della proposta è rappresentata dal terzo articolo, che specifica chiaramente il tema principale riguardante l’esposizione del crocifisso:
Nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado e delle università e accademie del sistema pubblico integrato d’istruzione, negli uffici delle pubbliche amministrazioni così come negli uffici degli enti locali territoriali, nelle aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane, nei seggi elettorali, negli stabilimenti di detenzione e pena, negli uffici giudiziari e nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere, nelle stazioni e nelle autostazioni, nei porti e negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche e consolari italiane e negli uffici pubblici italiani all’estero, è fatto obbligo di esporre in luogo elevato e ben visibile l’immagine del Crocifisso.
Sono inoltre previste pesanti sanzioni per chiunque non rispetti questa norma:
Chiunque rimuova in odio ad esso l’emblema della Croce o del Crocifisso dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende, è punito con l’ammenda da 500 a 1.000 euro. Lo stesso vale per il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che rifiuti di esporre nel luogo d’ufficio l’emblema della Croce o del Crocifisso.
La querelle sul crocifisso
Il tema dell’esposizione del crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici torna quindi ad essere oggetto di discussione, poiché gli oppositori di questa misura si appellano al principio costituzionale di laicità dello Stato.
Una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione emessa nel settembre 2021 ha stabilito che l’affissione del crocifisso nelle scuole non può essere considerata una forma di discriminazione verso chi non condivide la fede religiosa cristiana. La stessa Corte ha lasciato ai singoli istituti scolastici la libertà di decidere autonomamente se esporre o meno l’immagine di Cristo. È fondamentale che vi sia un accordo comune tra le parti, anche se divise da posizioni e idee differenti.
Da tale provvedimento, risulta evidente come i presupposti principali siano il dialogo e il rispetto delle idee e delle convinzioni altrui. La Corte di Cassazione ha inoltre avanzato la possibilità che il simbolo del cristianesimo possa essere affiancato da altri simboli religiosi, al fine di promuovere i vitali valori del pluralismo culturale e della convivenza che devono prevalere nell’ambiente scolastico.
Inoltre, bisogna ricordare la sentenza del 2011 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha ribaltato una precedente decisione del 2009, sostenendo che l’esposizione del crocifisso nelle scuole costituiva una violazione della libertà dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni.
In risposta, il governo italiano ha presentato ricorso e nel 2011 la Corte Costituzionale ha stabilito che l’esposizione del crocifisso nelle aule non viola i diritti umani né costituisce indottrinamento.
Pertanto, quanto stabilito nel 2021 dalla Corte di Cassazione rende possibile l’esposizione del crocifisso nelle scuole e in altri luoghi pubblici, a condizione che ci sia un confronto che rispetti le diverse sensibilità individuali e i valori culturali di ognuno.