Pensioni: le migliori ipotesi per il 2024 traghettano lo Stato assistenzialista verso una visione più lungimirante. Un percorso in cui sarà possibile andare in pensione utilizzando ben 7 modalità differenti. Il pacchetto previdenziale in vista della prossima legge di Bilancio si arricchisce di novità. La dotazione finanziaria per il 2024 non supera i 2 miliardi di euro, per cui si comprende che non saranno introdotte grosse modifiche al sistema previdenziale, ma piuttosto si parla di rinnovi e interventi volti a garantire l’occupazione giovanile. Analizziamo nel dettaglio i 7 modi per lasciare il lavoro e la nuova rivalutazione attesa sulle pensioni nel 2024.
Pensioni: le migliori ipotesi per il 2024
La legge Fornero, introdotta nel 2012, ha inasprito i requisiti di accesso alla pensione. Tuttavia, sono stati introdotti interventi ancora in vigore che hanno assicurato la sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo termine.
Attualmente, il governo Meloni sta cercando di preservare la sostenibilità del sistema attraverso l’introduzione di misure volte a promuovere la crescita e l’occupazione tra i giovani under 35. Quindi, non sempre le cose sono come sembrano. È facile criticare il governo italiano per aver rallentato sul fronte previdenziale, ma questo ci riporta al percorso dell’Esecutivo: prudenza e cautela.
Ed è proprio questo il punto. Quota 41 per tutti è una misura insostenibile, Opzione donna è stata arricchita di paletti, limitando l’accesso solo a poche persone aventi diritto. In bilico c’è l’anticipo pensionistico Ape sociale e Quota 103, in scadenza il 31 dicembre 2023. Vediamo come cambierà l’uscita anticipata in Quota.
Come lasciare il lavoro prima e andare in pensione?
Quota 100, Quota 102 e Quota 103 sono misure introdotte per anticipare la pensione di vecchiaia ordinaria o la pensione anticipata ordinaria, permettendo ai lavoratori di smettere di lavorare prima, a patto che essi abbiano maturato i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla legge.
Quota 103, in scadenza il 31 dicembre 2023, prevede l’accesso alla misura per coloro che hanno compiuto 62 anni e accumulato 41 anni di contributi, a condizione che l’assegno risultante sia almeno cinque volte il trattamento minimo.
La misura Quota 103 è nata come surrogato di Quota 100. Attualmente, quest’ultima misura è accessibile da chi ha compiuto 62 anni e accumulato 38 anni di contributi (senza ulteriori condizioni) solo se ha già maturato il diritto alla pensione. In questo caso, si parla di cristallizzazione del diritto.
Quota 102, rimane accessibile a chi ha compiuto 64 anni e accumulato 38 anni di contributi, senza ulteriori condizioni, ma solo per coloro che hanno maturato i requisiti nei termini di legge e non hanno ancora richiesto l’accesso alla misura per il pensionamento.
La Quota 41 precoci è accessibile ai lavoratori che hanno accumulato 41 anni di contributi, con un anno di accredito maturato prima di compiere 19 anni, a condizione che risultino inseriti nelle liste dei lavoratori meritevoli di tutela.
I lavoratori che rientrano nell’elenco dei lavori usuranti e gravosi possono anticipare l’uscita a 61 anni e 7 mesi, con un accumulo contributivo di almeno 35 anni (quota 97,6).
Pensioni: i due pilastri previdenziali della legge Fornero
Due sono i pilastri previdenziali della legge Fornero, che entrano ed escono nel dibattito politico, mai passati di moda:
- pensione di vecchiaia;
- pensione anticipata.
Un sistema previdenziale vintage con requisiti bloccati fino al 2026. Pertanto, per la pensione di vecchiaia sono necessari 67 anni di età e 20 anni di contributi, mentre per la pensione anticipata ordinaria sono richiesti 42 o 41 anni e 10 mesi di versamenti (con una finestra mobile di 3 mesi).
Pensioni: le migliori ipotesi 2024
In attesa che il governo italiano si esprima ufficialmente sul fronte pensionistico, possiamo evidenziare alcune delle misure che potrebbero superare diversi problemi “tecnici” ed essere ripristinate nel quadro previdenziale per il 2024.
Si dice che nella prossima legge di Bilancio potrebbe essere rinnovata l’uscita a 62 anni con 41 anni di contributi e altre condizioni. Ma in realtà, il punto centrale riguardo a Quota 103 non sono le risorse finanziarie, ma piuttosto cercare di rendere la misura più accessibile per tutti i lavoratori.
Ape sociale: rinnovata per il 2024 con delle novità
La questione relativa all’anticipo pensionistico Ape sociale riguarda la scadenza prevista per il 31 dicembre 2023 e, soprattutto, la necessità di ampliare l’elenco dei beneficiari.
Lo sforzo da compiere sarebbe quello di estendere il gruppo di persone aventi diritto. In questo modo, alcuni dei lavoratori o delle lavoratrici inclusi nell’elenco dei meritevoli di tutela potrebbero accedere a un’indennità al raggiungimento dei 63 anni con 30 anni di contributi (o 32 o 36 a seconda dei casi).
Opzione donna: la pensione anticipata senza ritorno
Nel sistema previdenziale italiano, la pensione Opzione donna ha permesso alle lavoratrici di andare in pensione a 58 e 59 anni di età con 35 anni di contributi, senza limitazioni e con la sola penalizzazione del calcolo dell’assegno tramite il sistema contributivo.
Il problema? Nel 2023 sono stati introdotti diversi paletti che portano all’uscita a 60 anni di età con 35 anni di contributi, a condizione che le lavoratrici risultino inserite nell’elenco delle meritevoli di tutela, con la possibilità di ridurre il requisito anagrafico di un punto per ogni figlio fino al massimo di due.
Oltre al fatto che Opzione donna prevede un taglio di circa il 30% sull’assegno, le attuali condizioni escludono una considerevole percentuale di lavoratrici dall’accesso alla pensione. Senza approfondire ulteriormente, ci auguriamo che il governo italiano prenda in considerazione la richiesta delle parti sociali per il ripristino completo dei precedenti requisiti, senza l’aggiunta di soluzioni a metà, come l’eliminazione della riduzione per i figli.
La rivoluzione delle pensioni part-time tra le migliori ipotesi per il 2024
Per mantenere alta la produttività del Paese, il governo italiano potrebbe prendere in considerazione il modello scandinavo. Questo modello prevede un meccanismo graduale rivolto ai lavoratori prossimi alla pensione, mediante il quale si ridurrebbero le ore di lavoro permettendo ai giovani di subentrare sul posto di lavoro. Il futuro delle pensioni in Italia potrebbe essere orientato verso il lavoro a tempo parziale e la promozione di nuove assunzioni per i giovani under 35.
Per ulteriori dettagli sul concetto di “Pensione part-time a 63 anni”, ti consiglio di leggere l’articolo a cui faccio riferimento.