Rocky” è un film del 1976 diretto da John G. Avildsen, scritto e interpretato da Sylvester Stallone. Andiamo a scoprire chi è il doppiatore di Stallone, a quale pugile è ispirato il protagonista Rocky Balboa e come finisce il film.

“Rocky 1”: chi è il doppiatore Stallone?

La voce di Sylvester Stallone nel primo “Rocky”, celebre per il memorabile urlo “Adrianaaa!”, non venne fornita da Ferruccio Amendola, il leggendario doppiatore di Stallone, bensì da Gigi Proietti. Il rinomato attore teatrale di Roma, per sostenersi tra un tour e l’altro, si impegnava anche nel campo del doppiaggio.

A quale pugile è ispirato Rocky Balboa?

Nel marzo del 1975, dopo aver preso parte ad un match di pugilato tra il campione Muhammad Ali e un poco noto pugile di nome Chuck Wepner, Stallone ebbe un’illuminazione e in soli tre giorni scrisse una bozza iniziale del film, dando vita al personaggio di Rocky, il cui percorso è ispirato a quello di Wepner.

Come finisce “Rocky 1”?

“Rocky 1” termina con la sconfitta di Rocky Balboa dopo una strenua resistenza durata per 15 round contro Apollo Creed. Il campione esausto gli giura che non ci sarà una rivincita, mentre i giudici decretano la vittoria ai punti per il detentore del titolo. Rocky, circondato dai giornalisti desiderosi di ottenere dichiarazioni immediate, cerca con urgenza Adriana e grida il suo nome. La donna si apre un varco tra la folla e, raggiunto il ring, si abbracciano, scambiandosi giuramenti d’amore.

Trama completa

Filadelfia: Rocky Balboa è un lottatore dilettante soprannominato “lo stallone italiano” che si guadagna da vivere lavorando in una macelleria e assolvendo compiti per uno strozzino locale. Ispirato dal mito del grande pugile Rocky Marciano, Balboa organizza incontri di poco valore, insoddisfatto della monotonia della sua vita. Deciso a cambiare le cose, l’amico e collega Paulie gli presenta la riservata e timida sorella Adriana, un’addetta alle vendite in un negozio di animali dove Rocky compra il cibo per le sue tartarughe. Inizialmente sembra non esserci telepatia tra i due, ma una piccola scintilla scatta la sera del Ringraziamento dopo una visita a una pista di pattinaggio.

Nel frattempo, Apollo Creed, il campione mondiale dei medi, organizza proprio a Filadelfia il Match del Bicentenario per la riconferma del suo titolo mondiale. Creed vede questa sfida come un’enorme opportunità pubblicitaria per aumentare ulteriormente la sua già notevole fama. Quando uno sfidante designato deve ritirarsi e Apollo cerca un nuovo avversario, le sue attenzioni si concentrano su Balboa, un nome locale. Le origini italiane di Rocky e il suo status di novizio lo rendono il complice perfetto per celebrare la Festa dell’Indipendenza americana.

Rocky accetta immediatamente l’offerta ricevuta. Ha da sempre ammirato Apollo e questa potrebbe essere la sua unica occasione per emergere dall’anonimato. Sostenuto da Adriana e Paulie, Rocky si allena duramente e senza sosta con il supporto di Mickey, il vecchio e burbero gestore di una palestra per pugili. Colpito dal talento di Balboa, il suo allenatore decide di puntare tutto su di lui, anche come rivalsa personale per la propria carriera di pugile terminata prematuramente.

Il giorno dell’incontro si avvicina e Rocky, facendo una visita preliminare all’arena dove si terrà la sfida, nota che i colori del suo abbigliamento sul poster promozionale sono stati invertiti per errore. Questo gli fa capire che verrà trattato semplicemente come uno sparring partner e inizia a dubitare, pensando di ritirarsi dall’incontro. Parlandone con Adriana, comprende che l’unica cosa che conta per lui è arrivare fino alla fine dei 15 round senza essere sconfitto, evitando di soccombere al campione del mondo. All’arena di Filadelfia si presenta un pubblico di grande importanza; un mormorio di curiosità accompagna l’entrata di Rocky sul ring. Indossa un accappatoio rosso, regalatogli da Paulie, con la scritta “Lo Stallone italiano”. Apollo fa il suo ingresso di fronte a un pubblico in delirio su di un carro, vestito come George Washington, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America.

Terminati i momenti di attesa iniziali, finalmente la sfida inizia. In un attimo, dopo un periodo iniziale di valutazione reciproca, Rocky sorprende Apollo con un poderoso sinistro che lo fa cadere a terra. Gli amici e conoscenti di Balboa esultano davanti al televisore, ma il pubblico al bordo del ring rimane incerto. Il campione in carica evita per un soffio il colpo decisivo e si prepara a riprendere la sfida. Tuttavia, Creed capisce che non può più sottovalutare l’avversario e con una rapida combinazione di colpi mette alle corde Balboa. Da questo momento in poi, inizia una lotta all’ultimo pugno; i due contendenti si scambiano colpi senza risparmiarsi e in poco tempo sono entrambi irriconoscibili a causa delle ferite.

Rocky contrattacca con violenza, colpendo Creed al petto; Apollo avverte che si è rotto alcune costole, ma intende resistere al rivale nonostante le sue stesse condizioni fisiche precarie. I ripetuti colpi al viso hanno reso Balboa quasi cieco da un occhio e per recuperare la vista accetta di farsi fare un taglio sulla palpebra. Incoraggiato dal suo allenatore, il campione dichiara l’assalto finale per chiudere definitivamente il match e con un colpo atterra Rocky. In quel momento, Mickey, consapevole che la quindicesima e ultima ripresa si sta avvicinando al termine, ordina al suo atleta di rimanere a terra, ma Rocky, riunendo tutte le sue forze, si rialza prima che l’arbitro dichiari il KO.

Pochi istanti dopo, suona la campana a segnalare la fine dell’incontro. Apollo si avvicina a Rocky e gli assicura che non gli concederà mai una rivincita. Lo stadio è in tumulto; i giornalisti si precipitano sul pugile designato come vittima che ha dimostrato di essere all’altezza del campione. Tuttavia, Rocky risponde con riluttanza alle domande dei giornalisti, cercando invece con uno sguardo Adriana, che a sua volta si fa strada tra la folla per abbracciare l’uomo che ama.