L’ambasciatore francese in Niger, Sylvain Itté, è stato rapito ed è “tenuto in ostaggio” nell’ambasciata della Francia nel paese. Il presidente Macron e la Ministra degli Esteri Colonna confermano che le condizioni sue e delle persone che sono con lui non sono positive: i golpisti non fanno arrivare all’ambasciata cibo dall’esterno.
Gli aggiornamenti sul rapimento dell’ambasciatore francese in Niger
Il presidente francese Macron, durante un viaggio a Semur-en-Auxois (Borgogna), ha parlato dei recenti sviluppi riguardo l’ambasciatore transalpino in Niger. Il paese, in preda a forti scossoni militari e politici dopo il golpe di fine luglio, non permette che paesi esteri s’immischino nei loro affari. A chi aveva deciso nonostante tutto di restare in Niger, come l’ambasciatore Itté e una parte del suo entourage, non era stata garantita alcuna protezione.
Macron ha affermato:
Impediscono che il cibo venga consegnato. Mangia con razioni militari. Non ha più la possibilità di uscire, è persona non grata e fanno in modo che non possa mangiare.
I militari che hanno rovesciato Mohamed Bazoum hanno quindi bloccato l’ambasciatore e gli negano i minimi livelli di assistenza. Su questa differenza, fra “bloccato” e “in ostaggio” all’ambasciata, si giocano le ultime schermaglie diplomatiche tra Francia e Niger. Seidik Abba, giornalista specializzato sul Sahel, ha infatti affermato che Macron abbia calcato la mano scegliendo un termine forte, quando in realtà i golpisti starebbero solo esercitando una forte pressione su persone che non vogliono più nel loro paese: non sarebbe quindi un vero e proprio rapimento.
La situazione è però delicata. Macron e Catherine Colonna, Ministra degli Esteri francese, non riconoscono la giunta militare che ha deposto Bazoum e quindi non richiameranno al momento il personale diplomatico presente in loco. La Francia ha però richiesto il rilascio immediato di Itté e degli altri francesi bloccati in Niger:
I golpisti non hanno autorità per dare seguito alle loro minacce di espulsioni coatte, considerando che le ambasciate sono territori stranieri. La ministra Colonna si è detta fiduciosa che l’ambasciatore e i suoi colleghi possano anche loro essere di aiuto per la risoluzione di questa situazione di stallo.
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