A Eugene, città dell’Oregon, tremila persone si sono messe in lista di attesa per provare i cosiddetti “funghi magici“. La sperimentazione prevede che, per circa sei ore, adulti con un’età maggiore ai 21 anni possono provare le sostanze nell’Epic Healing Eugene, da giugno – quando ha inaugurato – il primo centro a offrire esperienze di questo genere negli Usa. L’esperimento è guidato dalla speranza che i funghi allucinogeni possano aprire quanto prima la strada a nuove terapie per la cura delle malattie mentali. Nonostante la psilocibina sia ritenuta illegale nella maggior parte dei Paesi degli Stati Uniti, la Food and Drug Administration nel 2018 l’ha definita una “terapia rivoluzionaria“, riconoscendone dunque le proprietà positive.

Oregon, tremila persone in lista d’attesa per provare i “funghi magici” all’Epic Healing Eugene

L’esperienza di assunzione dei funghi, per la quale non è richiesta alcuna prescrizione, si svolge in una stanza appositamente arredata con un materasso, cuscini, una coperta, campanelli eolici e in cui è diffusa una selezione musicale. Chi si sottoporrà al test assumerà la psilocibina sotto forma di tè o capsule sotto la supervisione di un “facilitatore“, che affiancherà il cliente per tutta la durata dell’esperienza. Il ruolo del facilitatore consiste nel fornire supporto nel lasciarsi andare al flusso delle sensazioni, delle emozioni e delle visioni, senza dare alcun ordine o direttiva.

Il giorno successivo, si passerà poi alla fase di integrazione, consistente in una sessione di un’ora. In questa fase, il facilitatore accompagnerà il cliente in un percorso di riflessione su quanto vissuto e di comprensione su come applicare alla vita le intuizioni generate dalla sostanza allucinogena. Per coloro che sostengono l’assunzione dei funghi allucinogeni, la psilocibina va a modificare il modo in cui il cervello si organizza, consentendo a chi ne fa uso di adottare nuovi atteggiamenti e di superare i problemi di salute mentale. Tuttavia, nel 2020 l’Oregon Psychiatric Physicians Association si è opposta alla sua legalizzazione, affermando che “fa promesse fuorvianti a chi lotta contro la malattia mentale“, causando dunque ulteriori danni.