Un anno fa veniva uccisa Mahsa Amini dopo l’arresto da parte della polizia religiosa. Alla morte della giovane sono seguite tantissime proteste in tutto il Paese che ancora oggi proseguono. La polizia di fronte alle manifestazioni odierne ha aperto il fuoco contro chi era in piazza. L’attivista Shaled Sholeh ha parlato ai microfoni di Tag24.it ad un anno dalla morte di Masha Amini.

La polizia spara contro i manifestanti in Iran

Continuano le proteste in Iran, soprattutto oggi ad un anno dalla morte di Mahsa Amini. In piazza a Teheran sono scese tantissime persone per ricordare la giovane uccisa dalla polizia morale iraniana. Le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro la folla ed hanno arrestato alcuni manifestanti. Nella giornata di oggi è stato inoltre impedito l’accesso ai cimiteri dove sono stati sepolti i manifestanti uccisi. Stando a quanto dichiarato da alcuni funzionari di regime i manifestanti sarebbero affiliati a “gruppi terroristici contrari alla Rivoluzione“.

Un anno di sangue e proteste

In un anno, racconta il portale IranWire, almeno 537 persone, tra cui 71 bambini e adolescenti sono state uccise dalle forze dell’ordine della Repubblica Islamica. Decine di migliaia di persone sono state invece carcerate e torturate. La propaganda teocratica è ancora molto forte ma le proteste sono andate avanti anche se sembra essersi smarrita quella carica che c’era ad ottobre dello scorso anno.

La manifestazione in supporto del popolo iraniano a Bruxelles

Abbiamo parlato, a un anno di distanza dalla morte di Mahsa Amini, con l’attivista di ADDI Shaled Sholeh che ha parlato dell’imponente manifestazione di ieri a Bruxelles ed ha detto che “Il regime è nella sua massima debolezza e sta provando a ridurre e calmare la rivolta. Ci sono tantissime false alternative che durante la rivolta sono state create per deviare l’obiettivo della rivolta: il rovesciamento del regime e stabilire una repubblica laica e democratica“. Sholeh ha poi raccontato che il regime sta provando a spaventare il popolo e l’importanza del sostegno della Comunità Internazionale: “Il popolo iraniano chiede alla comunità internazionale di non essere accondiscende col regime iraniano“.

L’accondiscendenza porterà più morti non soltanto in Iran ma porterà anche a reazioni terroristiche anche all’estero. Il mondo ha potuto sentire la voce dell’Iran lo scorso anno, ma non basta“. Infine Sholeh ha dichiarato che ogni cosa costruita nel corso delle rivolte è opera del popolo iraniano e il regime non è mai realmente venuto incontro alle richieste: “Per noi tutto quello che è stato fatto è stato fatto dal popolo iraniano, all’inizio il mondo è riuscito a sentirci“.

Un giardino per Mahsa Amini a Parigi

La municipalità di Parigi ha inaugurato un giardino intitolato a Mahsa Amini ad un anno dalla sua morte. Lo scorso giugno il consiglio comunale di Parigi aveva votato per dedicare uno spazio verde alla giovane vittima della polizia morale. La targa scoperta oggi ricorda l’attivista e la erge come esempio di libertà per le donne iraniane.

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