Cos’è il Virus Toscana e quali sono i sintomi di questa malattia legata a zanzare e pappataci. Nelle ultime ore il virus è tornato in auge con il ricovero di un giovane di 25 anni, il primo caso in assoluto registrato a Genova.
Lo scorso 12 Settembre il ragazzo era infatti arrivato presso l’ospedale Gaslini accusando una cefalea ingravescente associata a febbre. Il paziente era appena rientrato dalle vacanze ma non aveva notato di essere stato contagiato dalla puntura di insetti.
Ma quanto è facile contrarre la malattia e quali sono gli effetti sull’organismo? Quali sono le precauzioni da adottare per ridurre il rischio?
Cos’è il Virus Toscana: caratteristiche
Il virus Toscana è un arbovirus a RNA a polarità negativa del genere Phlebovirus. Il nome deriva proprio dall’omonima regione dove per la prima volta la dottoressa virologa Paola Verani nel 1971 lo isolò.
In ambito scientifico il virus è noto anche con l’abbreviazione TOSV. Si caratterizza da una struttura avvolta ad una sfera delle dimensioni di 80 e i 120 nm, al cui interno si articola il genoma ad RNA a polarità negativa diviso in tre distinti segmenti.
Il virus Toscana è diffuso oltre alle regioni centrali della nostra nazione anche in altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Grecia e Turchia. Le infezioni avvengono soprattutto nel periodo tra Maggio ed Ottobre, ed infatti il TOSV è il virus più diffuso associato a manifestazione di meningite e meningoencefalite durante l’estate.
Contagio e sintomi
Il virus è trasmesso soprattutto da pappataci, che a differenza delle zanzare hanno una presenza meno rumorosa ma le cui punture sono decisamente più irritanti.
Il periodo di incubazione della malattia varia a seconda dei casi: i sintomi iniziano infatti a manifestarsi anche a due settimane dalla puntura.
Sebbene registrino anche casi di infezione asintomatica, generalmente il virus scatena nell’organismo febbre di lieve entità. I sintomi possono poi sfociare in forte mal di testa, nausea, dolori muscolari o vomito e eritema cutaneo maculo-papulare.
Nei casi più gravi il virus scatena poi encefalite e meningite.
Diagnosi
La diagnosi viene da personale medico specializzato. Nelle prime fasi, i sintomi infatti possono essere confusi con altre malattie con manifestazione di stato febbrile. La positività al virus arriva da specifici test effettuati in laboratorio, attraverso il test ELISA e tecnica di immunofluorescenza.
Nel caso del paziente ricoverato a Genova si è rintracciata la malattia grazie all’analisi del liquor, vale a dire il liquido del midollo spinale, prelevato dopo puntura lombare. È però possibile riscontrare eventuali anomalie al corretto funzionamento dell’organismo grazie all’individuazione di anticorpi nel sangue.
È da sottolineare che superare la malattia non consente di sviluppare immunità permanente e pertanto è possibile contrarre il virus anche una seconda volta.
Il virus Toscana contagia comunque un numero limitato di persone: si stima infatti che ogni estate i casi significativi possano arrivare ad una decina.
Terapia
Il decorso della malattia è mediamente di una settimana. Tuttavia non esistono farmaci specifici, pertanto il trattamento terapeutico varia da soggetto a soggetto e mira ad alleviare i sintomi in base alla gravità mostrata.
Oltre al supporto farmacologico, il paziente deve seguire riposo assoluto, reintegro di sali minerari e liquidi, oltre all’assunzione di antipiretici e antinfiammatori. La ricerca medica non ha ancora messo a punto un vaccino per il virus Toscana. È possibile però seguire alcune precauzioni per ridurre il rischio di puntura dai pappataci.
Chi dovesse lavorare a contatto con siepi o altre aree di vegetazione in cui si possono trovare un numero elevato di larve di questi animali, dovrà utilizzare apposite protezioni.
Non sempre repellenti e insetticidi risultano invece efficaci per tenere alla larga questi insetti.