La Banca Centrale Europea (Bce) ha annunciato una decisione che avrà un impatto diretto sull’economia europea e sulle tasche dei cittadini: per la decima volta consecutiva, la Bce ha alzato i tassi d’interesse, un segnale di una politica monetaria più restrittiva. Questa mossa avrà effetti immediati su vari aspetti dell’economia e della vita quotidiana.

La BCE annuncio il decimo rialzo sui tassi d’interesse: l’impatto su mutui ed economia

Uno degli impatti più immediati sarà sui mutui a tasso variabile. Secondo le simulazioni di Facile.it, una rata di mutuo variabile da 456 euro iniziali potrebbe aumentare fino a 759 euro, rappresentando un incremento del 66% rispetto all’inizio del 2022. Questo aumento è stato confermato da Mutuionline.it, che ha registrato una drastica diminuzione delle richieste di mutui a tasso variabile, ora al 5,3% rispetto al 14,7% del primo trimestre dell’anno. Si prevede che il tasso fisso, considerato più sicuro, rappresenterà oltre il 90% delle richieste per il resto dell’anno. Per coloro che si trovano in difficoltà finanziarie o hanno perso il lavoro, ci sono opzioni come l’allungamento del finanziamento o la surroga. In caso di gravi difficoltà, esiste anche il fondo Gasparrini che consente di sospendere i pagamenti.

I tassi dei nuovi mutui variabili potrebbero aumentare in modo significativo. Un prestito ventennale da 150.000 euro potrebbe comportare una rata mensile di 1.180 euro, un aumento di 515 euro (+77,4%) rispetto a due anni fa. Questi dati sono stati calcolati dalla Fabi dopo l’ultimo aumento dei tassi da parte della Bce. I vecchi mutui a tasso variabile registrano un aumento del 75% rispetto alla fine del 2021, mentre quelli a tasso fisso rimangono invariati. Questo potrebbe portare a una crescente preferenza per i mutui a tasso fisso da parte dei richiedenti.

La questione dei prestiti

Le decisioni della Bce influenzano anche la disponibilità di prestiti. Secondo i sondaggi condotti dall’Eurotower e dalla Banca d’Italia, la domanda di prestiti da parte delle imprese è diminuita notevolmente, e le banche hanno reso più rigide le condizioni per l’ottenimento di finanziamenti. I dati più recenti della Banca d’Italia mostrano una diminuzione del 4% dei prestiti alle imprese e una riduzione anche per le famiglie. Il tasso medio di interesse per il credito al consumo, che era dell’8,1% alla fine del 2021, potrebbe ora salire al 14,25%, rendendo più costosi gli acquisti a rate.

Tuttavia, c’è un lato positivo per i risparmiatori. Le banche e le società finanziarie stanno aumentando i tassi sui conti deposito e sugli investimenti finanziari in risposta alla pressione dei clienti, dopo un decennio di tassi zero. Questo potrebbe favorire i risparmiatori ma avrà un impatto sui bilanci delle banche, che affronteranno costi di raccolta più elevati.

L’impatto sui bilanci pubblici

Infine, la decisione della Bce influenzerà anche gli Stati, a causa degli interessi più elevati che dovranno pagare sul debito pubblico. Si prevede che la spesa per interessi possa raggiungere i 100 miliardi di euro, un aumento di 40 miliardi rispetto al 2020. Questo avrà un impatto sulle aste di Bot e Btp, con rendimenti medi che sono già saliti al 3,94%.