Un mese fa esatto chiunque avrebbe considerato il Lecce una delle candidate alla retrocessione, ora è riconosciuta come la sorpresa della Serie A. Nessun clamore visto che sono trascorse appena tre giornate di campionato ma i salentini danno la sensazione di avere una marcia in più rispetto alle concorrenti per la salvezza. Eppure in estate il club ha cambiato molto innanzitutto in panchina con l’addio di Baroni e l’arrivo di Roberto D’Aversa, poi sono arrivati i saluti di Umtiti e Hjulmand che hanno rappresentato l’anima della scorsa stagione. Nuovo allenatore e nuovi giocatori per un organico giovane che sta già stupendo tutti.

Sorpresa Lecce

Tre partite non fanno testo su un campionato lungo trentotto giornate ma la sorpresa Lecce rimane tale. A rendere ancora più incredibile la partenza dei giallorossi è che potrebbe addirittura ritrovarsi in testa alla classifica dopo il prossimo turno se si incastrano alcuni elementi del puzzle. Servirebbe il pareggio nel derby di Milano fra Inter e Milan che al momento guidano la Serie A con nove punti e la vittoria dei ragazzi di D’Aversa a Monza.

Ipotesi difficile ma non impossibile che vedrebbe i giallorossi primi in classifica nella prima volta nella loro storia. La piazza è euforica per cui serve fare da pompiere per ricordare le difficoltà che la stagione potrebbe palesare durante il lungo percorso. Tocca quindi al Presidente Saverio Sticchi Damiani ricalibrare le ambizioni giallorosse durante una intervista ai microfoni di Sky Sport. Il numero uno del club teme che possa essere un inizio che stia regalando illusioni.

Lecce è un posto magico, per me è il modo più intenso, bello e profondo per vivere la mia salentinità. Devo dire la verità, ho guardato la classifica, ma sono molto realista e so quanto il calcio possa essere crudele. 7 punti sono belli, però restiamo una squadra giovane. Avere una squadra di proprietà è l’unico messaggio che possiamo far partire da una società del profondo sud che possa essere sostenibile e avere bilanci ordinari. Che cerca di reinvestire i proventi per migliorarsi sempre di più, non solo dal punto di vista dell’organico ma anche nelle strutture. La gente ha capito questo meccanismo, azionato in estate con la cessione di Hjulmand

L’artefice del progetto Lecce che ha portato alla salvezza della prima squadra e alla vittoria del campionto della selezione Primavera risponde al nome di Pantaleo Corvino. Un totem per la piazza salentina con una straordinaria capacità di riconoscere il talento come sta dimostrando da oltre trent’anni nel mondo del calcio. L’uomo che dovrà mettere a frutto il lavoro del Responsabile dell’Area Tecnica del Lecce dovrà essere Roberto D’Aversa.

Non è facile arrivare primi in un campionato Primavera quando ci si misura con realtà che hanno tutt’altra dimensione. Da lì credo parta il serbatoio importante nei prossimi anni. Corvino è una persona di una modernità di pensiero assoluta. È un avanguardista, dietro ogni scelta ci sono capacità e coraggio di rischiare.

D’Aversa è un allenatore da Lecce per voglia, motivazione e preparazione. Vuole fare le cose bene, un perfezionista. Voglio cercare di tutelare questa sua partenza: ha a disposizione un gruppo costruito per salvarsi all’ultima giornata e tutto il resto sarebbe un di più

L’organico riparte da alcune certezze della scorsa stagione come Falcone e Baschirotto fra porta e difesa, la freschezza di Gonzalez in mezzo al campo e la velocità di Banda in attacco. La fascia da capitano sarà sul braccio di Strefezza, sempre più leader dei giallorossi, mentre i gol dovranno arrivare dal talento balcanico Krstovic che si è presentato già con due reti in altrettante partite.

Il modo in cui capitan Strefezza va in panchina e poi subentra… mi ha molto colpito. È bello vedere che quando un cross arriva in area c’è un ragazzo sempre pronto. Krstovic sembra abbia il gol sempre nel DNA, potrebbe essere l’ennesima intuizione di Corvino che sugli attaccanti è bravo